Chi ha paura della deflazione dei prezzi?

Di ritorno dalla Spagna trovo subito un bell'articolo di Matthew Lynn su Bloomberg riguardo lo spauracchio dei nostri tempi: la deflazione dei prezzi. Prima che corriate a nascondervi dietro mura composte da dollari freschi di stampa abbiate cura di leggere chi guadagna e chi perde dalla deflazione dei prezzi ed avrete una chiara idea sul perché di tanto clamore mediatico sul "pericolo deflazione"


La teoria sulla deflazione è un bidone. Siamo stati tutti venduti.

Di Matthew Lynn

Per gran parte dello scorso anno i banchieri centrali, i leader delle industrie ed i politici ci hanno avvertito dei pericoli della deflazione. I prezzi in caduta, ci hanno detto, avrebbero creato un’altra depressione sullo stile di quella degli anni trenta. L’unica soluzione era stampare denaro come matti.

Ora viene fuori che quella teoria era un bidone.

La deflazione non è per nulla una minaccia.

Non impedisce all’economia di funzionare e non ne preclude nemmeno la ripresa. Le prove suggeriscono che un periodo di deflazione prolungata può invece essere ciò che è necessario perché le economia particolarmente indebitate tornino sulla giusta strada.

Il Cancelliere dello Scacchiere (equivalente del nostro Ministro delle Finanze) britannico, Alistair Darling, ha dichiaro quest’anno che la Bank of England doveva essere “preparata ad agire” per prevenire la deflazione dei prezzi.

“Siamo stati molto attenti ad evitare il rischio della deflazione,” ha dichiarato il Presidente della BCE Jean Claude Trichet in un’intervista questo mese. Lo stesso messaggio è stato passato a ripetizione in tutto il mondo dai leader economici.

E non sono stati nemmeno lenti a mettere in pratica i loro consigli. La Bank of England ha iniziato un programma di “quantitative easing”, ovvero ha creato nuova moneta, per respingere questa minaccia.

Il problema è che questa teoria non sta in piedi e la deflazione dei prezzi, dopo tutto, è già arrivata.

Prezzi in caduta

Secondo le statistiche dell’Unione Europea, nei paesi dell’eurozona i prezzi sono calati dello 0.7 per cento in Luglio rispeso all’anno precedente, dopo che erano calati dello 0.1 per cento in Giugno. In Germania, l’economia più grande tra quelle europee, i prezzi al consumo sono calati per la prima volta negli ultimi 22 anni. I prezzi all’ingrosso sono calati addirittura quasi dell’11 per cento.

Quindi dobbiamo dedurre che l’Eurozona, colpita dalla deflazione, sta scomparendo sotto un precipizio economico, vero? Pare di no. Sta portando fuori il mondo dalla recessione [sempre che ci stiamo uscendo davvero dalla recessione, NdA]. I dati rilasciati la scorsa settimana mostrano che la Germania e la Francia stanno trascinando la regione fuori dal declino – entrambe le economie si sono espanse dello 0.3 per cento da Aprile a Giugno dopo 12 mesi consecutivi di calo.

Non si vedono molte tracce dei pericoli della deflazione laggiù.

In realtà tutti quelli che hanno un minimo senso della storia economia avrebbero dovuto essere coscienti che tutta questa storia sulla deflazione è stata “venduta troppo”. Nel Regno Unito, la House of Commons Library pubblica i dati sui prezzi andando indietro fino al 1750. Dal 1814 al 1914 i prezzi sono aumentati un po’ in alcuni anni, diminuiti in altri, tanto che non vi è stato un cambiamento reale nel livello dei prezzi durante tutto il secolo.

La più grande potenza mondiale.

In altre parole ci sono stati un sacco di anni di deflazione. Nonostante ciò, lungo quel periodo, il Regno Unito divenne la più grande potenza economica del mondo. Il suo declino relativo iniziò soltanto quando si diede inizio all’inflazione. La deflazione non impedì la rivoluzione industriale, uno dei più sostenuti periodi di creatività economica mai visti.

Allo stesso modo, uno studio della Federal Reserve Bank di Minneapolis datato 2004, ha osservato i dati riguardo la deflazione su 17 paesi nell’arco di 100 anni. Ha trovato che sebbene la Grande Depressione degli anni trenta sia stata collegata ai prezzi in caduta, questo non era vero per nessun altro periodo storico. Non c’era “virtualmente nessuna prova” che la deflazione avesse causato una depressione.

Perché dovremmo allora credere a questa teoria? Ci viene costantemente detto che la deflazione è male perché fa sì che i consumatori si astengano da comprare, pensando che domani il prezzo sarà più basso. Ma questa è una sciocchezza!

Due impulsi

Tutti sanno che un computer oppure un I-pod saranno entrambi migliori e più convenienti tra sei mesi. Eppure la gente ne vuole uno proprio ora. Stretti tra questi due impulsi, un sacco di consumatori va fuori e compra computer e music player. Questo è vero per l’industria elettronica ed una volta che anche le altre industrie si abituassero a questa situazione, sarebbe vero anche per loro.

La deflazione però può essere un male per alcuni gruppi di interesse, che guarda caso sono molto potenti. E’ male per gli amministratori delegati. E’ più facile far crescere i tuoi profitti in un ambiente leggermente inflazionarlo. Puoi aumentare poco a poco i tuoi prezzi e spesso tagliare i salari reali dei tuoi lavoratori in modo occulto tenendoli costanti a livello monetario.

Anche l’industria bancaria, che fa affidamento sull’inflazione per rendere sostenibili i suoi prestiti ad alto beveraggio, non apprezza la deflazione. Allo stesso modo è male per i governi, che usano l’inflazione per ridurre il valore dei loro debiti.

Dall’altra parte la deflazione è buona per i risparmiatori, che diventano più ricchi semplicemente stando attaccati ai loro soldi. E’ un bene per i consumatori che pagano prezzi più bassi. E’ di solito benefica anche per i lavoratori che generalmente mantengono il valore del loro salario mentre i prezzi scendono.

Ci sono vincitori e perdenti come accade in quasi tutti gli sviluppi dell’economia. Il punto essenziale è che i perdenti sono gruppi molto più potenti di chi invece guadagna. Questo può spiegare perché sentiamo sempre dei pericoli della deflazione e mai dei suoi vantaggi. Però non rende questi pericoli più veri.

Non c’è nessuna minaccia dalla deflazione. Può anche essere desiderabile se incoraggia un rapporto bilanciato tra risparmio e consumo e scoraggia i governi e le banche dall’indebitarsi.


21 commenti:

Gaia ha detto...

[i]Ci viene costantemente detto che la deflazione è male perché fa sì che i consumatori si astengano da comprare, pensando che domani il prezzo sarà più basso. Ma questa è una sciocchezza.[/i]

Anche perché, banalmente, non è che evito di bere e mangiare per un mese perché fra un mese acqua e pane costeranno meno..
Così pure per le scarpe o altri beni anche non di prima necessità (come ben dici, l'ipod non lo è, come in genere i beni elettronici come fotocamere ecc; e spesso nemmeno lo stesso pc visto che sono in pochi, sul totale, che lo comprano per lavoro, cioè per necessità).

Se le cose si spiegano bene e partendo dai fondamenti, penso che nessuno abbia problemi a capirle: gli esempi vengono in mente facilmente a tutti, esempi quotidiani e apparentemente banali, ma non per questo meno validi dei discorsi infarciti di paroloni e tecnicismi di accademici a libropaga dello stato.. anzi.

La verità è che vogliono che noi poveri mortali continuiamo a non capire un'acca di economia e politiche monetarie.
Perché come diceva l'amico Ford, se la gente capisse il nostro sistema monetario e bancario, scoppierebbe una rivolta prima di domani mattina.

ben ritrovato e buona settimana :)
_gaia_

Ed Schlecter ha detto...

Andando a naso, secondo me il fatto che la deflazione porti a procrastinare gli acquisti è vero in alcuni casi e per certi beni. Ad esempio, se non vale per il pc o le scarpe, diverso è per un bene molto dispendioso, come un'automobile, una cucina o una casa.

Cambiando discorso, di questo che mi dite? Avete ulteriori informazioni?

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200908articoli/46516girata.asp

Anonimo ha detto...

Ben venga la deflazione!
L` unica cosa che mi perturba:
La massa monetaria é raddoppiata, quella in circolazione pure?
e se sì, come mai siamo in deflazione

Anonimo ha detto...

Questo è ovviamente un pesce di aprile fuori stagione vero Ashoka?

L'unica affermazione che si regge dell'articolo è che ai banchieri la deflazione non faccia piacere ma il resto è un'accozzaglia di mezze verità che finiscono per dare un quadro totalmente difforme dalla realtà.

Non può che trattarsi di uno scherzo anche perché se non erro bloomberg è sotto chapter 11 in america.

Ashoka ha detto...

@Gaia

[i] Anche perché, banalmente, non è che evito di bere e mangiare per un mese perché fra un mese acqua e pane costeranno meno..[/i]

Che poi è il ragionamento che sta alla base alla legge prasseologica della preferenza temporale che dà origine al tasso di interesse.

Ovvero se io preferisco avere una cosa oggi rispetto ad averla domani (se ce l’ho oggi allora la possiederò [b]anche[/b] domani) e quindi se ti presto 100 euro per un anno voglio che mi sia restituita una somma maggiore.

Per il resto grazie del “bentornato” :-)

@EdSchlecter

[i] Ad esempio, se non vale per il pc o le scarpe, diverso è per un bene molto dispendioso, come un'automobile, una cucina o una casa.[/i]

Dipende da che parte la vedi. Ora come ora negli Stati Uniti il costo delle case è molto più basso rispetto a due anni fa e [b]se la maggior parte delle famiglie americane non si fosse indebitata per comprare case a prezzi assurdi[/b], ora avrebbero una grande occasione per diventare proprietari di una casa. Credi che procrastinerebbero l’acquisto o la comprerebbero ora? Se non lo fanno è perché nel frattempo sono in rovina per debiti. Pompare denaro nelle banche nella speranza che si crei nuovo debito come può fare bene alla salute dell’economia?

Sul Texas è lo stato che pone meno freni alla libera impresa, mette meno tasse e congiuntamente ha meno spesa pubblica (il “meno tasse” alla Berlusconi con debito pubblico che avanza è un’altra cosa). Secondo Keynes e soci in questo Stato, a causa della trappola della liquidità, nessuno investirebbe niente e la domanda aggregata sarebbe destinata a sprofondare. Invece è quello che va “meno peggio” proprio perché sta mettendo meno freni all’attività imprenditoriale.

@anonimo 1

[i] L` unica cosa che mi perturba:
La massa monetaria é raddoppiata, quella in circolazione pure?
e se sì, come mai siamo in deflazione[/i]

In realtà questa “deflazione” devi intenderla come “deflazione dei prezzi”. Non siamo in deflazione (intesa come monetaria). Se la massa monetaria è raddoppiata ed M1 ancora no è perché le banche tengono il denaro in riserva dalla Fed (che paga un piccolo interesse) e non lo prestano.

@anonimo2

[i] Questo è ovviamente un pesce di aprile fuori stagione vero Ashoka? L'unica affermazione che si regge dell'articolo è che ai banchieri la deflazione non faccia piacere ma il resto è un'accozzaglia di mezze verità che finiscono per dare un quadro totalmente difforme dalla realtà [/i]

Aspetto di leggere quali sono queste “mezze verità” , ovviamente supportate da una valida argomentazione.

Anonimo ha detto...

Ashoka
Aspetto di leggere quali sono queste “mezze verità” , ovviamente supportate da una valida argomentazione.

Per rispetto della tua intelligenza pensavo ad uno scherzo ma evidentemente il solleone ha picchiato duro.

La più grande potenza mondiale.

In altre parole ci sono stati un sacco di anni di deflazione. Nonostante ciò, lungo quel periodo, il Regno Unito divenne la più grande potenza economica del mondo. Il suo declino relativo iniziò soltanto quando si diede inizio all’inflazione. La deflazione non impedì la rivoluzione industriale, uno dei più sostenuti periodi di creatività economica mai visti.


Si prende ad esempio l'Inghilterra senza considerare che si tratta di un periodo storico particolare per due motivi. In primo luogo la rivoluzione industriale porta con se un repentino aumento della produzione di beni dovuta all'industrializzazione che può benissimo controbilanciare l'aumento della massa monetaria. Non trovo peregrino ipotizzare una deflazione in un periodo di boom della produzione. Poi bisogna considerare anche che l'Inghilterra all'epoca era una potenza coloniale e si poteva permettere di esportare inflazione come ha fatto l'America dal dopoguerra ad oggi. Per quando riguarda il declino dell'Inghilterra non è totalmente corretto dire che sia legato all'inflazione ma piuttosto alla sostituzione della sterlina come moneta internazionale che non le ha più permesso di esportare l'inflazione.

Allo stesso modo, uno studio della Federal Reserve Bank di Minneapolis datato 2004, ha osservato i dati riguardo la deflazione su 17 paesi nell’arco di 100 anni. Ha trovato che sebbene la Grande Depressione degli anni trenta sia stata collegata ai prezzi in caduta, questo non era vero per nessun altro periodo storico. Non c’era “virtualmente nessuna prova” che la deflazione avesse causato una depressione.

Uno studio matematico che non tiene conto di molte variabili alcune delle quali accennate prima come il diverso periodo di industrializzazione dei diversi paesi ed soprattutto le diverse impostazioni monetarie. All'inizio dello studio tanto per dire ci si ritrovava in una situazione quasi generalizzata di gold-standard per arrivare ai giorni nostri con la moneta fiat.
Troppi pesi diversi e troppe misure perché i dati presi in esame possano essere considerati omogenei.

Anonimo ha detto...

Perché dovremmo allora credere a questa teoria? Ci viene costantemente detto che la deflazione è male perché fa sì che i consumatori si astengano da comprare, pensando che domani il prezzo sarà più basso. Ma questa è una sciocchezza!

La deflazione intesa come diminuzione generalizzata del livello dei prezzi può essere causata da due fattori:

1)L'aumento generalizzato della produzione di beni ovvero l'aumento dell'offerta.

2)La diminuzione generalizzata della domanda di beni ovvero la diminuzione della domanda.

In una crisi come quella odierna i dati ci dicono che la prima ipotesi non è corretta poiché la produzione industriale e gli ordinativi sono colati a picco.

L'unica risposta possibile è che i consumatori si sono astenuti dal comprare ed infatti i dati sul commercio al dettaglio confermano in pieno.
Se lo abbiano fatto
-Perché attendono un prezzo più basso.
-Perché hanno deciso di risparmiare di più a causa dell'incertezza sul futuro.
-Perché i nuclei familiari hanno perso uno o più posti di lavoro diminuendo così il loro potere di acquisto.

Qualsiasi sia il motivo alla fine l'effetto concreto è sempre lo stesso ovvero la deflazione.

Anonimo ha detto...

Due impulsi

Tutti sanno che un computer oppure un I-pod saranno entrambi migliori e più convenienti tra sei mesi. Eppure la gente ne vuole uno proprio ora. Stretti tra questi due impulsi, un sacco di consumatori va fuori e compra computer e music player. Questo è vero per l’industria elettronica ed una volta che anche le altre industrie si abituassero a questa situazione, sarebbe vero anche per loro.


A parte che non mi è chiaro cosa intendi quando esorti "le altre industrie" abituarsi come l'elettronica vale lo stesso discorso di prima.

Non è rilevante se "la gente" lo vuole proprio ora. Anche se fosse vero i dati ci indicano che la gente non può permetterselo proprio ora. Desideri a parte i dati sui consumi ci dicono che questi sono calati. Se aumentano alcuni ma mediamente diminuiscono tutti si chiama comunque deflazione.
Anche nelle più severe deflazione può esserci un singolo bene che per qualche motivo diventa "scarso" oppure è più desirabile di altri ed il suo prezzo cresce ma nella media i prezzi calano.

Anonimo ha detto...

La deflazione però può essere un male per alcuni gruppi di interesse, che guarda caso sono molto potenti. E’ male per gli amministratori delegati. E’ più facile far crescere i tuoi profitti in un ambiente leggermente inflazionario.

Sostanzialmente d'accordo ma ciò non toglie che esistano amministratori in grado di portare al fallimento la propria azienda in momenti espansivi ed amministratori che fanno crescere i loro profitti in periodi deflattivi. Esempi del secondo caso sono ad esempio i monopoli di fatto o i cartelli.

Dunque abbiamo dei potenziali scontenti:

Gli amministratori d'azienda

Anonimo ha detto...

Anche l’industria bancaria, che fa affidamento sull’inflazione per rendere sostenibili i suoi prestiti ad alto beveraggio, non apprezza la deflazione.

Nulla da eccepire, altri scontenti:
Le banche

Allo stesso modo è male per i governi, che usano l’inflazione per ridurre il valore dei loro debiti.

Senza considerare il malumore della popolazione in caso di crisi economica. Altri scontenti:

I governi

Anonimo ha detto...

Dall’altra parte la deflazione è buona per i risparmiatori, che diventano più ricchi semplicemente stando attaccati ai loro soldi.

I risssparmiatori come disse Friedman...

Saranno contenti questi cari risssparmiatori?

--Hanno i soldi in banca?
Gli diminuiscono gli interessi attivi sul conto corrente.
--Investono in bot?
Calano i rendimenti.
--Hanno quote azionarie?
Calano le borse.
--Hanno i soldi sotto il materasso?
Perdono il lavoro e devono intaccare i lor sudati risssparmi.
--Hanno un'azienda?
Devono intaccare i risssparmi per non chiudere.
--Vogliono investire nel mattone?
Che tu lo creda o no i prezzi sono appena calati. E' stupido investire ora. Aspetterò il minimo cenno di rialzo così sarò abbastanza sicuro di aver comprato al prezzo migliore di mercato. Non è la mia prima casa ma un investimento e l'investitore accorto compra al minimo per rivendere al massimo.

Risssparmiatori dunque scontenti

Anonimo ha detto...

E’ un bene per i consumatori che pagano prezzi più bassi. E’ di solito benefica anche per i lavoratori che generalmente mantengono il valore del loro salario mentre i prezzi scendono.

Peccato che il calo della domanda (deflazione) abbia imposto al mercato un calo dell'offerta (produzione) nel tentativo di riequilibrio. Ma il calo della produzione ha significato posti di lavoro persi ed aumento della disoccupazione.

Ecco dunque che i fortunati che hanno conservato il posto di lavoro si godono un 1-2% di deflazione mentre altri perdono il loro stipendio. Al giorno d'oggi però in famiglia lavorano sia i padri che le madri ed è facile che almeno uno perda l'occupazione riducendo così il budget dell'intera famiglia. Un coniuge ha il vantaggio dell'1-2% mentre l'altro perde il lavoro.

Saranno contenti i lavoratori?
In Francia visti i sequestri di manager...
In Italia persone barricate sul carroponte...

No. Non sono contenti neppure i lavoratori.

Anonimo ha detto...

Ci sono vincitori e perdenti come accade in quasi tutti gli sviluppi dell’economia. Il punto essenziale è che i perdenti sono gruppi molto più potenti di chi invece guadagna.

E con l'ultima frase famosa chiudiamo la disamina. Di contenti non c'è proprio nessuno ma di sicuro i "potenti" se la passeranno sempre e comunque meglio della famglia lavoratrice in ogni caso. Vuoi perché hanno accumulato nel corso del tempo proprietà, beni, privilegi, denaro che anche se ne perdono una piccola parte la differenza tra loro ed un operaio rimane comunque a livelli incolmabili.

Ashoka ha detto...

Innanzitutto chiariamo il significato dei termini perché deflazione, al giorno d’oggi, significa due cose:

a) diminuzione della massa monetaria (chiamiamola DM)
b) diminuzione generalizzata dei prezzi (DP)


1) Inghilterra

Nell’800, a parte i due decenni seguenti al 1848, quando furono scoperte nuove miniere d’oro in California, si è avuta sempre DP. In realtà in Inghilterra c’è stata anche DM quando, dopo le guerre napoleoniche, si è tentato di riportare la sterlina in oro pre guerra.

Dici che [i] Non trovo peregrino ipotizzare una deflazione in un periodo di boom della produzione.[/i] ma quello è ciò che accade sempre quando aumenta la produttività e questo non avviene in un contesto di elevata inflazione monetaria.

Nel periodo successivo alle guerre napoleoniche (in cui vi era stata fiat money ed elevata inflazione!) nel Regno Unito non vi è stata elevata inflazione monetaria e questa non è nemmeno stata “esportata” nelle colonie (Vedi anche il Peel’s Act del 1844)

2) Studio della Fed

[i] Uno studio matematico che non tiene conto di molte variabili alcune delle quali accennate prima come il diverso periodo di industrializzazione dei diversi paesi ed soprattutto le diverse impostazioni monetarie.[/i]

Ipotesi da testare: la deflazione [b]causa[/b] le depressioni

I dati mostrano che tranne la Grande Depressione tutti gli altri periodi deflazionari non sono associabili ad una depressione e quindi cosa facciamo? Rifiutiamo lo studio.

[i] Troppi pesi diversi e troppe misure perché i dati presi in esame possano essere considerati omogenei[/i]

Nessuno li considera omogenei ma se si pensa che A causi B allora mi aspetto che ogni volta che trovo A, dopo troverò B. Se questo non avviene qualcuno mi deve spiegare il perché (sono intervenuti degli altri fattori?)

As esempio la scuola austriaca mi dice che quando la BC fissa un tasso di interesse molto basso ed espande la massa monetaria avrò prima un periodo di boom creditizio (con bolla) e successivamente una crisi che colpirà più duramente laddove si è focalizzato il malinvestment. Vogliamo verificare quante crisi sono state precedute da un boom inflazionistico?

Ashoka ha detto...

La deflazione dei prezzi, laddove c’è (negli Stati Uniti l’indice CPI non è mica calato…) può essere causata dai motivi che citi:

a) aumento produzione in ambiente monetario poco inflazionistico
b) crollo della domanda durante una crisi

Per questo è importante non parlare di “deflazione” che causa la crisi. La “deflazione”, al massimo, è una conseguenza della crisi. I consumatori non comprano case perché nel boom ne sono state prodotte troppe (malinvestment) ed i prezzi avevano raggiunto valori folli, perché nel frattempo hanno visto evaporati i loro redditi, etc.

Cosa fa allora il mercato? Laddove cala la domanda vengono abbassati i prezzi sino al livello in cui tornano ad essere acquistati. Guarda che questo vale ad esempio per le case, che avevano raggiunto prezzi folli i quali ora stanno tornando a terra. Ti pare sbagliato che una casa di 100 mq che aveva raggiunto il prezzo di 900000$ oggi sia tornata a costare 100000$? Oppure era sbagliato il prezzo precedente.

Ma la preoccupazione dei governi è sul calo generalizzato dei consumi ovvero sul fatto che la gente smette di cambiare macchina ogni 6 mesi, comprare il telefonino nuovo ogni 3, etc. I consumi che calano sono quelli, non certo i bisogni primari. Calano per due motivi:

a) chi è indebitato si è accorto che forse il suo debito non si ripagherà da solo (compro la casa oggi e la rivendo al doppio tra due anni) e quindi è meglio che ci pensi
b) l’incertezza per il futuro. Siccome non so se tra due mesi avrò ancora il lavoro penso a mettere da parte qualcosa oggi che ce l’ho.

Quest’ultima cosa, si dice, causa un calo della domanda, che a catena produce deflazione dei prezzi, licenziamenti etc. E’ il classico paradosso del risparmio di cui ho già parlato in due post (cerca etichetta risparmio)

A parte che non mi è chiaro cosa intendi quando esorti "le altre industrie" abituarsi come l'elettronica vale lo stesso discorso di prima.

Non esorto un bel niente. E’ una traduzione, mica un mio articolo :-)

L’autore sostiene che se le industrie dell’elettronica riescono a prosperare in un ambienta di prezzi che calano non si capisce come la stessa cosa non possa essere fatta dalle altre aziende.

Non è rilevante se "la gente" lo vuole proprio ora. Anche se fosse vero i dati ci indicano che la gente non può permetterselo proprio ora.

Se la gente ora “non può permetterselo” ma lo vuole (*) allora da una parte i produttori di quel bene caleranno i prezzi e dall’altra diminuiranno la cifra che sono disposti a pagare per i fattori di produzione (materie prime, impianti, lavoro). Questo, in assenza di interferenze, porta ad una diminuzione del costo di produzione ed ecco che la nostra azienda torna a far profitti pur vendendo il bene ad un costo minore.

(*) Per “non può permetterselo ma lo vuole”, intendo dire che un piccolo abbassamento del prezzo porta ad un grande aumento delle vendite. La frase in sé, altrimenti, non ha alcun valore: tutti vorremmo una Ferrari ma non ce la possiamo permettere.

Ashoka ha detto...

I risssparmiatori come disse Friedman...

Saranno contenti questi cari risssparmiatori?

--Hanno i soldi in banca?
Gli diminuiscono gli interessi attivi sul conto corrente.
--Investono in bot?
Calano i rendimenti.
--Hanno quote azionarie?
Calano le borse.
--Hanno i soldi sotto il materasso?
Perdono il lavoro e devono intaccare i lor sudati risssparmi.
--Hanno un'azienda?
Devono intaccare i risssparmi per non chiudere.
--Vogliono investire nel mattone?
Che tu lo creda o no i prezzi sono appena calati.


Non è che sei fai l’ironico dici per forza delle cose furbe. Vediamo questi risparmiatori in due periodi, quello inflazionistico (inflazione al 4%) e ipotetico deflazionistico (-1%) (intendo inflazione e deflazione dei prezzi, non della moneta).

Nel caso A la banca ti paga l’1.5% di interessi (totale -2.5% netto), le borse tendenzialmente vanno su, se tieni i soldi sotto il materasso hai un (-4%), lo stipendio ogni anno vale di meno, etc.

Nel caso B la banca ti paga lo 0.5% (+1.5% netto), le borse chi lo sa cosa faranno (da marzo son salite), se tieni i soldi sotto il materasso hai un +1% netto, lo stipendio ogni anno vale di più, etc.

Vuoi sostenere davvero che per chi mette via dei soldi è meglio avere inflazione al 4% rispetto che deflazione? (sempre riferendomi ai prezzi). Occhio che hai usato considerazioni dovute alla crisi (perdere il lavoro, etc.) trasportandole ad un concetto generale ( deflazione dei prezzi) che, come hai anche sostenuto tu, può essere causata da molteplici fattori.

E' stupido investire ora. Aspetterò il minimo cenno di rialzo così sarò abbastanza sicuro di aver comprato al prezzo migliore di mercato. Non è la mia prima casa ma un investimento e l'investitore accorto compra al minimo per rivendere al massimo.

E quale sarebbe questo legame fisso tra deflazione ed investimenti? E’ chiaro che l’investitore accorto vorrebbe comprare al minimo e rivendere al massimo ma puoi tu dire quando l’asset finanziario tocca il minimo e quando tocca il massimo? Chi rimane di solito col cerino in mano quando scoppiano le bolle in borsa? Chi s’è beccato la fregatura Parmalat, Cirio ed Argentina?

Il rissssparmiatore.

Great Depression – Market Chart

Da dicembre 1929 ad aprile 1930 il Dow Jones aveva recuperate il 60%. Come potevi essere certo di comprare a dicembre e rivendere ad aprile? Oppure a luglio 1932 e rivendere a settembre?

Ashoka ha detto...

Peccato che il calo della domanda (deflazione) abbia imposto al mercato un calo dell'offerta (produzione) nel tentativo di riequilibrio. Ma il calo della produzione ha significato posti di lavoro persi ed aumento della disoccupazione

Non puoi parlare in termini generali ed aggregati. Dove si è concentrato il calo della produzione? Principalmente nei settori dei beni caratterizzati dal malinvestment e dei beni capitali (quelli più lontani dal bene finale nella catena produttiva). La soluzione “free market”, seppure dolorosa, avrebbe portato ad un ridimensionamento dei primi (leggi: Fiat mi spiace ma gli Italiani non possono cambiare macchina ogni sei mesi quindi basta incentivi, etc.) liberando un accesso al credito disponibile per i secondi.

Chiaramente sarebbe stato un processo doloroso ma anche più rapido. Così invece, per uscire da una situazione caratterizzata da troppo consumo e troppo debito si predica di consumare e spendere ancora di più)

Di nuovo, comunque, parli di deflazione e ti riferisci alla crisi economica.

Saranno contenti i lavoratori?
In Francia visti i sequestri di manager...
In Italia persone barricate sul carroponte...


Barricate per la deflazione? O per la crisi.

E con l'ultima frase famosa chiudiamo la disamina. Di contenti non c'è proprio nessuno ma di sicuro i "potenti" se la passeranno sempre e comunque meglio della famglia lavoratrice in ogni caso.

Es. da Ottobre a Dicembre la Fed ha raddoppiato la massa monetaria, ha salvato tutti i colossi finanziari tranne Lehman Brothers (guarda caso il concorrente di Goldman Sachs) e nella primavera di quest’anno Goldman Sachs è tornata a far profitti record.

Con quale giustificazione Bernanke ha raddoppiato la massa monetaria? Per evitare il rischio deflazione….

Vuoi perché hanno accumulato nel corso del tempo proprietà, beni, privilegi, denaro che anche se ne perdono una piccola parte la differenza tra loro ed un operaio rimane comunque a livelli incolmabili.

Sarà forse anche perché al salario dell’operaio lo Stato fotte il 50% ed il resto viene mangiato dall’inflazione?

Ashoka ha detto...

In conclusione la tesi degli economisti mainstream è che la deflazioni causi le crisi economiche e che vada evitata ad ogni costo.

Come abbiamo visto il legame A causa B non è valido e la deflazione dei prezzi può essere causata da altri fattori, che non hanno niente a che fare con una crisi economica.

Abbiamo anche visto però che la deflazione può essere una conseguenza della crisi, così come la temperatura corporea di 37°C è una conseguenza dell’influenza. Non solo è una conseguenza ma è anche un rimedio della crisi perché il calo del prezzo dei beni coinvolti nelle bolle speculative va ad eliminare il malinvestment degli anni di boom inflazionistico e va a correggere una struttura produttiva sbilanciata ed insostenibile.

Fallino prices are antidote to deflation

Eliminando la febbre al malato di influenza l’abbiamo curato?

Infine tutte le obiezioni al perché la deflazione dei prezzi è vantaggiosa per risparmiatori e lavoratori si limitano a dire che la crisi economica è svantaggiosa per queste categorie. Ma crisi e deflazione non sono la stessa cosa! Ad es. negli anni ’70 abbiamo avuto una crisi economica paurosa pur in presenza di inflazione

Anonimo ha detto...

"Nel caso B la banca ti paga lo 0.5% (+1.5% netto), le borse chi lo sa cosa faranno (da marzo son salite), se tieni i soldi sotto il materasso hai un +1% netto, lo stipendio ogni anno vale di più, etc.

Vuoi sostenere davvero che per chi mette via dei soldi è meglio avere inflazione al 4% rispetto che deflazione?"

Per questo dico viva la defalzione.
Vorrei porti un`altra domanda:

Molti americani hanno subito il pignoramento della loro abitazione, non possono più pagare il loro debito.
All`acquisto, il "debito" é andato ai venditori di case, artigiani, quindi suppongo che vi sia stato un`aumento della massa monetaria in circolazione.
E ora, tale "scomparsa" del debito incide sulla deflazione monetaria?


LM

Ashoka ha detto...

All`acquisto, il "debito" é andato ai venditori di case, artigiani, quindi suppongo che vi sia stato un`aumento della massa monetaria in circolazione.
E ora, tale "scomparsa" del debito incide sulla deflazione monetaria?


La creazione e scomparsa di debito agisce sulla moneta creditizia (diciamo quello che si chiama M3) e quindi quando il debito "scompare" M3 tende a contrarsi.

piramide monetaria

Anonimo ha detto...

La Germania ha sperimentato una Grande Inflazione ed Un Lungo Perioso di Deflazione. Il primo è stato devastante, nel secondo il Pil cresceva una bellezza.

Inoltre, non ho idea di cosa abbiano in mente, ma non si crea Deflazione aumentando l'indebitamento, casomai si crea Inflazione aumentanto i redditi e le pensioni. Io di tutti questi Miliardi Stampati non ho visto un solo Euro...e voi!?

Complimenti

Grande blog

Luca