Continuiamo l’esplorazione della
Modern Money Theory. Il pezzo che analizzo oggi si occupa di completare il
ragionamento iniziato nel post precedente e compiere il passaggio, fino ad ora
solo accennato, tra identità contabili e processo causale.
Vediamo le conclusioni
1) La spesa individuale è determinata per la
maggior parte dal reddito. Il
nostro punto di partenza riguarderà come il settore privato determina le sue
decisioni dis pesa. Per quanto riguarda gli individui sembra plausibile
affermare che è il loro reddito a determinare, in larga parte, le loro
decisioni di spesa perchè chi non ha reddito si troverà di fronte a vincoli
severi quando deciderà di acquistare beni e servizi. Tuttavia, una riflessione
che è evidente anche a livello individuale, il collegamento tra reddito e spesa
è allentato, uno può spendere meno del suo reddito, accumulando asset finanziari,
oppure può spendere di più indebitandosi. Tuttavia, a livello di singoli
individui o aziende, la direzione della causalità va dal reddito alla spesa
anche se la corrispondenza tra i due flussi non è perfetta. Ci sono poche
ragioni per credere che sia la propria spesa a determinare il proprio reddito.
Ma veramente bisogna spendere
dieci righe per dire che forse quanto
puoi spendere è determinato in larga
parte da quanto guadagni? Ed i dubbi devono proprio venir fuori perchè gli
individui, che non sono dei robot, non spendono esattamente tutto il loro reddito ma risparmiano o si indebitano?
Ma i teorici della MMT hanno una
qualche idea precisa sul perchè gli individui spendono denaro? Non stanno
analizzando una vasca da bagno con rubinetto e scarico ma individui che
agiscono, fanno piani per il futuro, etc. Studiando l’azione umana diventa
logico capire perchè alcuni risparmiano, altri spendono a debito, altri ancora
consumano tutto il reddito e non lo spieghi certo con due identità contabili a
livello aggregato.
Ma peggiora...
2) I deficit creano la ricchezza
finanziaria. Possiamo anche dire
qualcosa riguardo la direzione della causalità riguardo l’accumulo di ricchezza
finanziaria a livello individuale. Se una famiglia o un’azienda decide di
spendere più del suo reddito (facendo deficit), allora può emettere debiti per finanziare
le sue spese. Questi debiti saranno accumulati come ricchezza finanziaria netta
da un’altra famiglia, azienda o un governo che sta risparmiando. Ovviamente,
perchè questo accumulo avvenga, dobbiamo avere una famiglia o un’azienda che
sia desiderosa di spendere in deficit, ed un’altra famiglia, azienda o governo
che voglia accumulare ricchezza nella forma di titoli di debito di quel
particolare individuo che spende in deficit. Possiamo dire che “il tango si
balla in due”. Tuttavia è la decisione di spendere a deficit la causa iniziale
della creazione di ricchezza finanziaria. Non importa in quanti vogliano
accumulare ricchezza finanziaria, non saranno in grado di farlo a meno che
qualcuno voglia spendere a deficit.
Potremmo specularmente dire che non importa
quanti vogliono indebitarsi, se non c’è nessuno che ti presta i soldi rimani a
bocca asciutta, così come puoi avere tutta la fame del mondo ma se il
panettiere non ha più pagnotte, dovrai ripiegare su qualcos’altro.
In un mondo senza moneta i concetti di
risparmio ed investimento sono facilmente definibili. Ho un campo che produce
100 kg di grano, ne consumo 90 ed uso i 10 risparmiati per la semina (ecco il
risparmio che diventa investimento) che mi garantirà 100kg di grano anche il
prossimo anno. Se decido di aumentare i risparmi, consumando solo 85Kg di grano
oggi, potrò seminare 15kg di grano per aumentare la produzione futura, ad
esempio, a 150kg.
Il risparmio, ovvero la rinuncia al consumo
oggi, permette l’investimento, cioè la produzione di domani.
Con l’introduzione di una moneta di carta,
però, sembra possibile creare il risparmio a partire dall’investimento.
Riscriviamo infatti l’esempio precedente immaginando che, in un’economia in cui
vi sono anche tanti altri prodotti, la produzione aggregata di grano sia di 100 tonnellate ed il prezzo sia di
1€/kg. In questo caso l’investimento di 10 tonnellate di grano per la
produzione futura è, in termini monetari, di 10000€. Ma il governo stampa
10000€ per acquistare grano da semina abbiamo creato anche il risparmio reale
che andrà a sostenere l’investimento? Ovviamente no.
È possibile che il grano destinato al consumo sia stato già venduto e
quindi l’unico effetto sarà l’aumento del prezzo prezzo, ma non della quantità,
di grano da semina. Èanche possibile che il governo sia ancora in grado di acquistare del
grano addizionale, ma questo avverrà a spese dei consumatori (e degli altri
investitori privati), che si troveranno con meno potere d’acquisto perchè il
prezzo è aumentato oppure saranno costretti ad indebitarsi per mantenere i
consumi precedenti.
Quei 10000€ creati dal nulla, che nella MMT
sono interpretati come “debito pubblico che crea risparmio privato” sono in
realtà un trasferimento di ricchezza reale dal settore privato a quello
governativo.
3) La spesa aggregata crea il
reddito aggregato. A livello
aggregato, considerando l’economia nel suo insieme, il processo causale è più
definito. Una società non può decidere di avere più reddito, ma può decidere di
spendere di più. In aggiunta, tutta la spesa deve essere destinata a qualcuno,
da qualche parte, come reddito. Infine, come discusso precedentemente, la spesa
non è necessariamente limitata dal reddito perchè è possibile per le famiglie,
le imprese o il governo, spendere più del loro reddito. Infatti, come abbiamo
discusso, ognuno dei tre settori può spendere in deficit mentro almeno uno
degli altri è in surplus. Tuttavia non è possibile che la spesa a livello
aggregato sia differente dal reddito a livello aggregato visto che la somma dei
bilanci dei vari settori deve essere zero. Per tutte queste ragioni, dobbiamo
invertire la direzione causale tra spesa e reddito quando ragioniamo in termini
aggregati: mentre a livello individuale il reddito causa la spesa, a livello
aggregato è vero il contrario.
Mentre leggevate queste righe vi
è forse venuto in mente il nome di un famoso economist? Ad esempio Keynes?
Esattamente, questa infatti è una versione un po’ volgarizzata del keynesismo.
Dico volgarizzata perchè a leggere i teorici della MMT parrebbe possibile
portare il reddito mondiale a livelli infiniti, risolvere il problema della
disoccupazione, insomma renderci tutti ricchi a suon di debito pubblico, subito
monetizzato dalla Banca Centrale. Perlomeno Keynes aveva avuto il pudore di
scrivere che ad un certo punto, raggiunto il livello di pieno potenziale del
PIL, avremmo cominciato ad avere qualche piccolissimo problema di inflazione
dei prezzi.
Per commentare un keynesismo
volgare, cosa c’è di meglio di una storiella divertente (ed anch’essa un po’
volgare)?
Keynes
e Krugman stanno camminando per strada quando vedono per terra delle cacche di
cane. Keynes propone a Krugman: “Ti pago 20000 dollari se le mangi.”. Krugman
ci pensa un po’, decide che desidera una nuova macchina, si fa coraggio, e si
mette a mangiarle. Finito il banchetto i due continuano a camminare e quando
Krugman vede con la coda dell’occhio degli altri escrementi, si affretta a
proporre a Keynes: “Stessa termini di prima: ti pago io 20000 dollari se te le
mangi”. Keynes non si aspettava prima che Krugman accettasse la proposta ed
aveva veramente bisogno di quei soldi, per cui accetta. Alla fine Krugman dice
a Keynes: “Abbiamo in portafoglio gli stessi soldi di prima ma entrambi abbiamo
mangiato merda”. Keynes replica: “Certo, ma abbiamo creato uno stimolo di 40000
dollari al prodotto nazionale”.
Potrei aggiungere che la
storiella dimostra anche che un servizio pubblico, come la pulizia dei
marciapiedi, può essere svolto in modo efficiente ed a costo zero per il
contribuente dal settore privato.
Infine, per concludere in
bellezza
4) I deficit di un settone creano i surplus
di un altro settore. Prima
abbiamo mostrato che i deficit di un settore sono uguali alla somma dei bilanci
degli altri settori. Se dividiamo l’economia
in tre settori (pubblico, privato ed estero), allora se un settore è in
deficit almeno un altro deve essere in surplus. Come nel caso dell’analisi dei
bilanci individuali, “il tango si balla in due” nel senso che un settore non
può essere in deficit se nessun altro è in surplus. In modo equivalente
possiamo dire che nessun settore può emettere debito se nessun altro settore
vuole accumulare titoli di debito. [..] Siccome la la spinta iniziale per avere
un deficit di bilancio è un desiderio di spendere più del proprio reddito, la
direzione causale va dai deficit verso i surplus e dal debito verso la
ricchezza finanziaria. Anche se dobbiamo riconoscere che nessun settore può
essere in defict a meno che un altro sia in surplus, questo di solito non è un
problema perchè esiste una propensità ad accumulare asset finanziari. Ovvero c’è
un desiderio di accumulare ricchezza finanziaria che, per definizione, è il
debito di qualcun altro.
È sempre la stessa storiella
già raccontata. Il settore privato vorrebbe tanto accumulare ricchezza
finanziaria ma per farlo ha bisogno che
qualcun altro si indebiti, il governo. Siccome di solito questo desiderio è
continuo ed insaziabile, il compito del governo è allora quello di emettere
deficit per placare questa fame infinita di ricchezza finanziaria. Nel farlo,
poi, si ritrova con tanti bei soldi da spendere con cui creare posti di lavoro
e costruire infrastrutture per cui il governo è un benefattore! Tutti in piedi
a far la ola per Barnard?
Fermiamoci un secondo!
Abbiam detto che qualsiasi
divisione in settori va bene per questa analisi, ve ne propongo una ad hoc.
Dividiamo l’Italia in tre
settori: quello estero che per semplicità analitica consideriamo in pareggio, quello
composto soltanto da me ed infine quello composto da tutti gli altri Italiani.
Per definizione abbiamo il
bilancio del resto d’Italia sommato al mio bilancio deve fare zero. Quindi, se
il resto dell’Italia vuole arricchirsi finanziariamente (e sappiamo che è
spinta a farlo da un desiderio irrefrenabile) io mi devo indebitare. Ce lo dice
quell’identità contabile.
Perfetto, come benefattore
pubblico, poichè voglio placare la vostra insaziabile fame di ricchezza
finanziaria, decido di emettere tanti bei pagherò ed indebitarmi verso di voi. In
questo modo la ricchezza finanziaria del resto dell’Italia aumenta mentre io
avrò un po’ di soldi da spendere per fare shopping in giro.
Diciamo che mi indebito per..
dieci o venti miliardi di euro (siete proprio avidi di ricchezza!) con cui mi
compro gioielli, automobili di lusso, etc. che poi trasferisco ai Caraibi. La
nostra bilancia dei pagamenti finanziari rimane identica, quindi, mentre io mi
indebitavo, voi avete accumulato ricchezza finanziaria, dovreste essere contenti
e costruirmi una statua!
Solo che, un bel giorno, sparisco
dalla circolazione e non ripago i miei debiti.
E da un paese Caraibico in cui
non esiste l’estradizione verso l’Italia, sorseggiando un ottimo mojito sulla
mia nuova Ferrari fiammante, vi mando una copia regalo dell’ultimo best seller
di Paolo Barnard sulla MMT.