Liberammazziamo? Ma per piacere!


Mi spiace un po’ scrivere questo pezzo perchè Marco Cedolin è una persona che conosco e di cui condivido alcune battaglie. Certamente non siamo sempre d’accordo (in realtà quasi mai) ma il mondo è bello perchè vario. In questo articolo però, ripubblicato su diversi siti di “controinformazione,” ha veramente preso un granchio enorme.

Ricordo a Marco che quelli che in Italia sostengono da sempre le liberalizzazioni sono poi gli stessi (e gli unici ad un certo livello) che hanno effettuato un’analisi, senza pregiudizi, dei costi/benefici della TAV ed hanno scritto che è un opera inutile. Sarà un caso che chi è invece contro le liberalizzazioni è poi lo stesso che incita a manganellarvi quanto protestate a Chiomonte?

Ma lasciamo stare i preamboli ed andiamo al cuore dell’articolo di Cedolin, che voglio commentare punto per punto. Dopo un’introduzione in cui ci ricorda che Monti è il Cagliostro di Goldman Sachs, il grande usuraio mondiale, e che la finanza mondiale vuole abolire l’articolo 18 per farci licenziare tutti, Cedolin si lancia in una filippica contro le liberalizzazioni selvagge prospettate dal Governo Monti:

In realtà, scrostando le evanescenti illusioni sostenute da tanto bettolare, l’operazione liberalizzazioni viene portata avanti con l’unico scopo di eliminare definitivamente i tassisti, i benzinai, i commercianti, i farmacisti (titolari di farmacia) gli avvocati indipendenti ed alcune altre categorie.

Quindi liberalizzando una professione questa scompare? Se tutti possono decidere di intraprendere la carriera di tassista allora questi ultimi svaniscono nel nulla? Si estinguono? E le professioni che non sono protette da ordini e tariffari minimi che fine hanno fatto allora? Sono spariti panettieri e idraulici? Forse la parola “liberalizzazione” è in realtà il nome in codice di una qualche operazione segreta degli Illuminati di Baviera che ha come scopo il genocidio degli avvocati? Mistero.

Le grandi compagnie (facenti capo a banche e multinazionali) gestiranno il mercato dei taxi, più ricco di mezzi ma con al volante dipendenti precari con paghe da fame, facendo si che laddove sbarcavano il lunario migliaia di famiglie sostenute da un lavoratore imprenditore, sopravviveranno sotto la soglia di povertà migliaia di poveracci costretti ad un lavoro indecente, saltuario e mal pagato.

Poveri tassisti. In Italia abbiamo le tariffe tra le più alte d’Europa ma la concorrenza va evitata! Vorrete mica ridurre sul lastrico questa povera categoria che non riesce ad arrivare a fine mese? La soluzione? Beh tutti quelli che difendono a spada tratta le licenze a numero chiuso e le tariffe attuali perchè non si fanno qualche giro in taxi per sostenere il reddito di questa categoria così bistrattata?
Forse cambierebbero idea.

Le farmacie passeranno progressivamente dalle mani d’imprenditori facoltosi che avevano investito un discreto capitale nell’impresa, a quelle dei colossi dell’industria farmaceutica e della grande distribuzione, che non mantengono famiglie (tranne le poche che compongono i gruppi di potere) ma fondi d’investimento anonimi quanto può esserlo un alieno.

La preoccupazione è sempre quella: arriva il grande colosso e si prende tutto, schiavizzando i pochi “imprenditori facoltosi”, che qui, per un attimo, non sono più i bastardi capitalisti sfruttatori ma son diventati improvvisamente i buoni imprenditori che avevano investito il capitale nell’impresa. Poveretti.

Peccato che la situazione sia ampliamente diversa: oggi in Italia per aprire una farmacia bisogna ottenere una licenza dalla Regione, licenza che viene concessa solo tramite concorso pubblico in modo che non ci sia più di una farmacia ogni circa 4000 abitanti. E se la farmacia c’è già? O ereditate la licenza da qualcuno che già l’aveva oppure potete provare a comprarla per una grossa cifra (in media si parla di due terzi del fatturato che, sempre in media, è intorno a un milione e mezzo di euro l’anno).

Il risultato? Da una parte abbiamo i figli e nipoti di farmacisti che si ereditano la licenza e così possono entrare nel mondo chiuso e protetto della professione, dall’altra abbiamo chi invece ha avuto natali diversi e dopo essersi magari fatto un mazzo tanto per ottenere una laurea a pieni voti, è costretto a fare il dipendente per i primi, sborsare un sacco di quattrini solo per ottenere da loro il pezzo di carta oppure cercarsi qualcos’altro.

I pochi negozi ancora in piedi chiuderanno i battenti, non potendo competere in termini di costi con la grande distribuzione che aspetta trepidante di fagocitarli e magari riciclarne i titolari sotto forma di precari part time.

Ma qui si parla di liberalizzare l’accesso a professioni chiuse e protette da un ordine, mentre per i negozi le liberalizzazioni riguardano la flessibilità nell’orario di apertura. Per il resto i negozi sono già stati ampliamente “liberalizzati”. Non ci sono licenze contingentate per fare i panettieri, aprire una boutique oppure una ferramenta, non dovete essere figlio o nipote di idraulico per svolgere quella professione. Dovete essere bravi ed offrire un buon servizio ad un prezzo ragionevole, altrimenti i clienti si rivolgeranno qualcun altro.

I benzinai termineranno di essere titolari (o semi titolari visto che la situazione attuale già non è idilliaca) del loro esercizio e nel migliore dei casi potranno aspirare ad un ruolo di dipendente precario delle grandi compagnie petrolifere, presso la pompa che gestivano da parecchi decenni e che una volta consentiva loro di mantenere la famiglia.

Peccato che la riforma voglia consentire al benzinaio di comprare la benzina dove vuole, invece di essere costretto a rivolgersi in esclusiva ad un produttore che gli impone prezzi e margini. Tra l’altro pare che la proposta possa prevedere che gli stessi produttori siano costretti a cedere un terzo delle loro reti ai benzinai, che quindi diventeranno titolari del loro esercizio! Insomma la liberalizzazione va proprio in direzione opposta a quanto prospettato da Cedolin e soprattutto va contro l’oligopolio delle compagnie petrolifere, che normalmente sono descritte come la Spectre mentre qui diventano magicamente realtà indifese da tutelare.

Gli avvocati diventeranno dipendenti (agiati?!) di grandi studi modello americano che fattureranno cifre astronomiche a beneficio del gotha che ben conosciamo.

Qui scadiamo nell’assurdo. Non so se sia più ridicola questa difesa degli avvocati o quella del presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, che ha dichiarato che “l’avvocatura non si piegherà agli interessi dei poteri forti”. Proprio loro! La lobby più rappresentata in Parlamento, che in estate aveva trasversalmente minacciato di far cadere il governo non appena si era ventilata un’ipotesi di revisione degli ordini professionali (nessuno conosceva il testo della riforma ma loro avevano già inviato una lettere minatoria), ora si erge paladina del cittadino contro il complotto Pippoplutomassonico.

La paura è sempre del grande studio, della grande distribuzione, della grande catena e, per tutelarci da questo orrore, tutto è consentito.

Anche che si faccia causa contro uno studio di avvocati low cost perchè chiede 612€ iva inclusa per una causa di divorzio, sospesi per due mesi dall’ordine per aver violato “la dignità e il decoro della professione”, oppure che si apra una procedura contro un altro studio che aveva usato lo slogan “prima consulenza gratuita” e quindi era venuto meno al “divieto di accaparramento della clientela”.

Questo stai difendendo, Cedolin!

E gli italiani? Si ritroveranno sempre più poveri e sempre più americani, ma vuoi mettere l’ebbrezza di fare shopping sotto le stelle e viaggiare in taxi quando vuoi? Sempre che il mestiere che ti permetteva di accedere al desco due volte al giorno non fosse il commerciante, il tassista o il benzinaio (farmacisti ed avvocati il lunario lo sbarcheranno lo stesso), in questo caso nada, è il progresso, bellezza!

Oppure continueranno a pagare prezzi salatissimi per tutelare i privilegi di farmacisti, notai, avvocati, tutte queste professioni vigliaccamente colpite dai poteri forti che vogliono condannarci alla miseria. 

Siamo seri.

1 commenti:

L'omino con la chitarra ha detto...

Condivido la tua visione.
Leggo spesso Cedolin e lo apprezzo... ma cade spesso nel "Congiura a tutti i costi" "Merda a tutti i costi"... nessuno farà mai qualcosa di perfetto, perchè nessun uomo è perfetto... quindi qualcosa da ridire ci sarà sempre... ed è giusto così... però cercare sempre e comunque il conflitto, la rabbia... il cercare la dualità "o sei di qui o sei di là"... sono cose che tengono l'uomo vincolato.
Uscire dalla dualità può essere una bella soluzione... mirare a migliorare quello che si fa, non solo criticarlo. Purtroppo non sono così edotto, ne illuminato da esprimere a fondo quello che vorrei dire.