«Nel
1999 un analista della banca di investimento Barclays Capital, Andrew Lawrence,
inventò un nuovo indice per misurare i cicli economici globali. Tredici anni
dopo «lo skyscraper index», la correlazione tra la costruzione di grattacieli
come segnale di allarme per gravi crisi finanziarie, sembra mostrare sempre più
numerose evidenze»
Forse abbiamo finalmente trovato
un indice affidabile da passare a Elicottero Ben in modo che si renda conto per tempo di
una crisi finanziaria in avvicinamento? Ci troviamo in uno di quei casi in cui due
eventi non correlati hanno comportamenti simili? Oppure c’è dell’altro?
Leggiamo le “evidenze” empiriche
della teoria.
«Storicamente
la prima conferma è data dal palazzo Equitable Life a New York, completato nel
1873, fu una delle prime costruzioni a essere dotata di ascensori. Appena
ultimato gli Stati Uniti dovettero affrontare una fase recessiva che durò 5
anni. Andò peggio, negli anni Trenta, dopo che a New York furono ultimati i
lavori dell' Empire State Building, il Chrysler Building e il 40 di Wall
Street. L'ebrezza da altitudine dovette fare i conti con la depressione
globale. Anche il World Trade Center di New York nel 1972 e la Sears Tower a
Chicago nel 1974 .
Ma
quelle che vengono definite dallo studioso come «insane correlazioni» non
riguardano solo il suolo americano. Le Petronas Tower a Kuala Lumpur, il primo
degli edifici più alti al mondo ad essere costruito fuori degli Stati Uniti in
130 anni, ha coinciso con la crisi finanziaria asiatica del 1997. Anche il
record raggiunto dal Burj Khalifa, 2.717 metri di altezza distribuiti in 162
piani, venne spazzato dal collasso finanziario e immobiliare di Dubai che seguì
poco dopo. »
Se vogliamo, possiamo aggiungere
pure la Shard London
Bridge, che diventerà il grattacielo più alto d’Europa e la cui costruzione
è iniziata nel marzo del 2009, quando la crisi dei debiti sovrani europei era
ancora alle porte (lo spread tra i bond greci a 10 anni e quelli tedeschi era
di circa 250 punti base).
Correlazione o causalità?
Diversi economisti hanno voluto
testare l’ipotesi che ci fosse davvero correlazione tra la costruzione di un
grattacielo record e le crisi economiche. Ad esempio Barr, Mizrach e Mundra
hanno prodotto un articolo nel 2001 intitolato “Skyscraper
Height and the Busness Cycle: International Time Series Evidence” in cui
analizzavano:
a) date di annuncio e
completamento dei grattacieli e picchi delle recessioni
b) altezza dei grattacieli e
crescita economica
Ovviamente non hanno trovato
nessuna correlazione significativa (ci mancherebbe), ma il fatto che ci siano
economisti che per testare una ipotesi del genere vadano ad utilizzare
complicati modelli econometrici è un tantino preoccupante.
Se i dati empirici avessero
mostrato una stretta e precisa correlazione tra le date di costruzione dei
grattacieli e l’inizio delle recessioni economiche, quegli economisti avrebbero
forse preteso di affermare che la costruzione di grattacieli record causa le
recessioni?
Missione compiuta, problema
risolto Mr. Bernanke! Basta vietare la costruzione di grattacieli altissimi!
E che dire allora dell’indicatore del Super
Bowl? Qualche macroeconomista si offre volontario?
I grattacieli e le crisi
Così come non è vero che sei hai
la febbre hai l’influenza, mentre è vero il contrario, allora forse è meglio
precisare che la costruzione di grattacieli altissimi è spesso un sintomo non
tanto della crisi che è alle porte quanto piuttosto del boom insostenibile che
ne sarà l’origine.
A questo proposito può essere
interessante l’articolo del 2008 di
Mark Thornton “Skyscrapers and business cycles”, nel quale viene usata la
teoria austriaca del ciclo economico per spiegare come mai certi grattacieli siano
costruiti proprio nella fase finale di un boom e vengano terminati proprio in
concomitanza dell’insorgere della crisi.
La spiegazione suona più o meno
così.
Sappiamo, dalla teoria di Mises
ed Hayek, che il declino dei tassi di interesse indotto dall’espansione
creditizia dà origine ad un boom di investimenti che risulta in un’espansione
delle dimensioni delle imprese ed in contemporanea un aumento dei prezzi dei
terreni. Imprese più grandi necessitano di uno spazio maggiore per uffici e
quindi in un incremento nella domanda di edifici commerciali. Infine il credito
a buon mercato permette investimenti nella ricerca che possono fornire a
costruttori e designer la tecnologia necessaria per battere i precedenti record
di altezza.
Se il grattacielo viene progettato nel
pieno del boom, la sua costruzione, però, non può avere inizio che verso la
fine dello stesso. L’edificio verrà quindi completato proprio nelle prime fasi
della crisi e gli analisti, come Lawrence, lo inseriranno nel loro skycrapers
index.
Quindi non preoccupatevi se vedete
sorgere un grattacielo all’orizzonte, fate piuttosto attenzione al boom che ne
ha preceduto la costruzione.
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