In televisione non lo sentirete mai dire ma secondo gli economisti la crisi è in gran parte colpa vostra. Sì, certo, ci sono stati tutti quei casini nei mercati finanziari, sono fallite delle banche, gli Stati hanno deciso di intervenire e scaricare i costi sui contribuenti ma basterebbe poco per far terminare questa crisi e far tornare tutti prosperi e felici.
“Dovete spendere gente! Mettete mano al portafoglio e spendete! Comprate qualsiasi cosa, indebitatevi fino al collo e ripartirà l’economia!”
Ovviamente non sentirete queste precise parole ma il succo è quello. L’idea che è alla base di questo ragionamento deriva dalla teoria keynesiana.
Secondo Keynes, in tempi normali, c’è un alto livello di occupazione e tutti spendono tranquilli il loro reddito. Poiché la mia spesa dal panettiere diventa il suo reddito allora si può parlare d di flusso circolare di denaro nell’economia.
Ma se capita qualcosa che fa cadere la fiducia dei consumatori allora questi ultimi potrebbero cercare di mettere via da parte del denaro in attesa di tempi più duri. Ma poiché la mia spesa è parte del tuo reddito allora la mia decisione di mettere da parte del denaro non fa altro che peggiorare le cose per te. Anche tu allora spenderai di meno generando un circolo vizioso che renderà le cose peggiori per tutti (il famoso paradosso del risparmio)
La soluzione, secondo Keynes, è che
A volte però, sempre secondo Keynes, si può cadere nella trappola della liquidità, ovvero voi consumatori, spaventati come siete, continuate a rifiutarvi di spendere anche se le stampanti della Fed lavorano a pieno regime (almeno lì non c’è mai crisi!). In questo caso, scrive Keynes, se non volete spendere voi, dovrà pensarci lo Stato!
I Giapponesi però, che sono sempre all’avanguardia e che seguendo i consigli di Keynes sono in una depressione economica da quasi 20 anni, ora hanno la soluzione finale a questo annoso problema.
Se la montagna non va da Maometto, sarà Maometto ad andare alla montagna. Se i consumatori non vogliono spendere i loro contanti, basterà abolire il denaro contante!
Questi approcci, in realtà, vanno come al solito a confondere la causa con l’effetto. Perché , infatti, la gente accumula denaro nel suo portafoglio e non corre a spenderlo? Ce lo spiega Rothbard
Supponiamo che tutti noi fossimo capaci di predire il futuro con assoluta certezza. In questo caso, nessuno avrebbe bisogno di contanti. Ognuno saprebbe esattamente quanto spenderà e quanto guadagnerà a tutte le date future. Si presterebbe allora tutto l’oro in modo da ricevere i pagamenti esattamente alle date fissate per regolare i costi di tutte le spese. Ma naturalmente noi viviamo di necessità in un mondo di incertezza. La gente non sa di preciso che cosa accadrà e quali saranno le entrate e uscite future. Più si sente incerta e timorosa e più liquidità vorrà mettere da parte; quanto più si sente invece sicura, tanto meno avrà bisogno di accumulare contanti. Un’altra ragione per tenere contanti dipende dall’incertezza del mondo reale. Se la gente pensa che il prezzo della moneta scenderà nel futuro prossimo, spenderanno adesso che la moneta ha più valore, riducendo così l’incetta e riducendo la domanda di moneta. Se invece ci si attende una rivalutazione della moneta, gli acquisti saranno ritardati finché la moneta avrà più potere d’acquisto e in questo modo aumenterà la domanda di liquidità. La domanda della gente per liquidità contante sale e scende quindi per buone ragioni.
Gli economisti sono in errore quando pensano che c’è qualcosa che non va se la moneta non è in una “circolazione” continua. La moneta è utile solo per il suo valore di scambio, ma non è utile solo nel momento fattuale dello scambio. Questa verità è stata spesso ignorata. La moneta è utile anche quando rimane inattiva nei contanti di una persona, anche negli accaparramenti dell’avaro. La sua utilità consiste nel permettere al suo proprietario in ogni momento, presente o futuro, di intraprendere gli scambi che desidera. Si deve inoltre ricordare che ogni porzione di oro deve essere nella proprietà di qualcuno, e che deve pur essere la liquidità di qualcuno. Se ci sono 3000 tonnellate di oro nella società, esse devono per forza far parte della liquidità di membri della società. La somma totale della liquidità privata sarà la quantità totale di moneta presente nella società.
Così come la febbre è la reazione del corpo umano contro una infezione virale, così la tesaurizzazione è la difesa contro l’incertezza del futuro. Non è eliminando il denaro contante che torna la fiducia nell’economia così come non è eliminando la febbre che si guarisce dall’influenza.
1 commenti:
Certo vivessimo in quella che Mises definiva "..un sistema senza cambiamento in cui non c'è incertezza alcuna per il futuro, nessuno ha bisogno di tenere i contanti. Ogni individuo conosce precisamente di quale somma di denaro avrà bisogno in qualsiasi data futura. E' quindi nella posizione di prestare tutti i fondi che riceve dacché i prestiti saranno resi alla data in cui ne avrà bisogno.." le cose sarebbero diverse: il risparmio sarebbe davvero un atto antieconomico (ma legittimo: col denaro MIO faccio quello che voglio). Ma dato che viviamo nel regno dell'incertezza, il risparmio serve: eccome! Anzi, se non cominciamo a risparmiare - a rimpinguare i "depositi" intendo - col cavolo che si esce dalla crisi!
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