La crisi, si sa, è dura per tutti.
Lo stipendio, quando c’è, basta a mala pena per arrivare a fine mese; poi ci sono i figli da mandare a scuola, il mutuo da pagare e tutte quelle spese improvvise che però sono sempre lì in agguato. Per tirare a campare uno si adegua e quindi, per stare più tranquillo, hai rinunciato alle cene al ristorante, alla vacanza al mare ed alla macchina nuova .
Almeno finché c’è il mutuo da pagare, almeno finché c’è crisi.
Tanti anni fa il nonno ti aveva regalato un bel salvadanaio in cui mettere i risparmi per comprare una bicicletta nuova. Ti ricordi che era stata dura mettere da parte tutti quei soldi ma poi, alla fine, che soddisfazione! E quanto era bella quella bicicletta.
Il nonno ti aveva insegnato un’importante lezione: se vuoi qualcosa te la devi prima sudare; il risparmio è la virtù dell’individuo.
Altri tempi.
Poi sono venute le carte di credito, il credito al consumo, i mutui che coprono il 100% del valore dell’immobile ed è sembrato che i sogni si potessero realizzare senza fatica. Una firma, una piccola rata mensile ed era possibile avere tutto e subito: il televisore al plasma, l’automobile nuova, la vacanza a Sharm, persino una casa.
Ma poi il sogno è terminato ed è arrivato l’incubo. E’ arrivata la crisi. Dicono che sia stata colpa degli Americani e dei loro mutui subprime. In pratica hanno comprato casa senza potersela permettere ed ora non solo l’hanno persa ma hanno mandato all’aria tutta la finanza mondiale. Com’è possibile che sia successo?
Tu non vuoi fare la stessa fine, vuoi continuare a pagare la rata, fino in fondo, perché questa casa è tua e nessuno te la deve portare via. Per questo hai deciso di non vivere più al di sopra dei tuoi mezzi: basta auto nuova ogni 3 anni, basta televisori al plasma, Sky, cene al ristorante, vacanze a Sharm.
Da oggi la parola d’ordine è risparmiare, come diceva il nonno.
L’altra sera però c’era un economista che si lamentava perché i consumatori avevano smesso di spendere. “Come ha dimostrato Keynes, ammoniva, ciò che è virtù per il singolo diventa un male per l’economia in generale. Ciò che manda avanti l’economia è infatti la domanda aggregata, ovvero la spesa dei consumatori, e se questa cala ciò si traduce in meno profitti per le imprese. Queste decidono allora di tagliare la produzione e lasciare a casa dei lavoratori, deprimendo ancora di più la domanda in un circolo vizioso senza fine. Alla fine viene colpito anche il risparmiatore che si ritrova ad avere un reddito inferiore: è quello che viene chiamato “paradosso del risparmio”.
Queste parole ti hanno fatto riflettere.
In pratica, per risollevare l’economia in crisi, dovresti spendere tutto il tuo reddito e magari contrarre altri debiti. Dovresti comprare l’auto nuova, il televisore, andare a cena fuori quando a mala pena riesci a pagare le rate del mutuo.
Però, se non ti ricordi male, erano stati i “troppi debiti” la causa della crisi. Come possono essere ulteriori debiti esserne la soluzione?
Spegni la tv e rifletti ancora. Negli ultimi mesi hai tirato un po’ la cinghia ma in compenso sei riuscito a pagare la rata del mutuo con regolarità ed avanzare anche qualche soldo sul conto. Perché mai dovresti indebitarti ancora di più e rischiare di perdere tutto?
Pensi bene a quell’economista che hai sentito in tv e la faccia non ti sembra nuova. Te lo ricordi quando due anni fa diceva che tutto andava bene e non c’era nessuna bolla immobiliare negli Stati Uniti, oppure quando l’anno scorso invitava tutti a scommettere sui mercati azionari. Ripensi a questo Keynes ed al suo paradosso del risparmio.
E li mandi tutti affanculo. Aveva ragione il nonno, che gli economisti si fottano.
3 commenti:
Conclusione da incorniciare.
Per uno come me che la lezione l`ha imparata, sia dal nonno che dal padre,resta un amaro in bocca.
La scelta e non il sacrificio di risparmiare una parte del mio reddito, rischia grazie a, dei potenti fottuti, di finire in bricciole.( meglio perdere il risparmio che una guerra)
Cosa triste, manca il capitale e il tuo capitale é remunerato da schifo, secondo stì fottuti hanno talmente ingrassato di stronzate la testa di molti cittadini, che nè usciranno vincitori.
Scusate le parolacce, e complimenti per il tuo blog, già segnalato a vari amici.
Grazie,
ti consiglio il libro che trovi linkato sulla destra: "Inflazione, malattia primaria"
Anonimo delle 11.20 a differenza tua la lezione l'ho imparata da solo, se davo retta "ai miei" forse adesso sarei in difficoltà, serve ascoltare consigli utili ma alla fine la scelta è individuale.
Roberto
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