Visto che il 12 ad Oslo assegnano il premio Nobel per l’economia, vediamo cosa scriveva sul suo blog qualche giorno fa chi questo premio l’ha vinto due anni fa., ovvero Paul Krugman
Commentando la teoria del ciclo economico di Schumpeter…
«E’ tutto qui: la disoccupazione di massa è necessaria perché bisogna spostare risorse via dai settori che si sono espansi troppo, lo stimolo è un male perché rallenta il necessario riaggiustamento. Ma oggi come allora tutta la teoria cade a pezzi non appena si chiede come mai, diciamo, un boom nel settore immobiliare – che richiede uno spostamento di risorse verso il settore degli immobili – non produce lo stesso tipo di disoccupazione di una recessione che sposta risorse fuori dal settore immobiliare»
Credeteci o meno, questo sono le parole del premio Nobel per l’economia Paul Krugman….
Questa è la risposta di Bob Murphy (la posto perché è divertente)
I lavoratori preferiscono lasciare il lavoro che essere licenziati
Immaginiamo di avere l’economia in equilibrio, con la disoccupazione diciamo al 2.5%, con poche persone che lasciano il lavoro o che sono licenziati, a causa del cambio di preferenze, tecnologia, etc.
A questo punto arriva qualcuno che inizia a stampare senza tregua nuove banconote da 100$. Questo tizio inizia a pubblicizzare il fatto che vuole assumere nuovi lavoratori nella sua fabbrica e si offre di pagare agli aspiranti qualificati il doppio di quello che stanno ricevendo ora. Ovviamente il numero di persone che lavora nella sua fabbrica è destinato a salire alle stelle nel giro di pochi mesi, mentre lui continua a stampare le sue banconote da 100$
Ora Paul Krugman vorrebbe sapere: perché il tasso di disoccupazione non sale al 10% visto che tutti questi lavoratori vengono spostati a lavorare nella fabbrica del falsario?
La risposta, ovviamente, è che alcune delle persone che prima erano disoccupati trovano lavoro alla fabbrica e tutti gli altri impiegati semplicemente lasciano il lavoro precedente, visto il salario più alto che ottengono ora. Il tasso di disoccupazione scende giù diciamo allo 0.3% per un anno o due.
Ma prima o poi qualcosa deve succedere. Non può essere possibile che lo stampare pezzi di carta verdi renda l’economia reale più produttiva. La gente ha pensato di essere più ricca per qualche anno, dopo che il processo di contraffazione era cominciato, mentre in realtà nel complesso non lo era. Tutto quello che era accaduto era un massiccio processo di redistribuzione della ricchezza ed un consumo di capitale che si è consumato mentre la gente era stata ingannata nel pensare che i suoi redditi reali erano cresciuti di molto.
Ad un certo punto la gente realizza che il proprietario della fabbrica non è altri che un falsario e spengono le macchine. Le banconote da $100 smettono di entrare in circolazione. Ognuno alla fabbrica viene licenziato istantaneamente e tutti quelli che rifornivano la fabbrica di materiali vedono il loro fatturato scendere del 50% (perché la fabbrica era un loro grosso cliente). Così anche loro devono licenziare un bel po’ di persone.
I lavoratori licenziati sono esterrefatti. Non possono credere di dover ora considerare lavori che pagano (in termini reali) la metà di ciò che prendevano la settimana prima. Decidono di aspettare un po’, mandando via curricula nella speranza di trovare un lavoro che paghi, diciamo, l’85% del loro vecchio salario. Ovviamente il tasso di disoccupazione non sta allo 0.3%. Infatti sale al di sopra del 2.5% e sta ad un livello eccezionalmente alto per molti mesi.
Davvero Paul Krugman non ci arriva? Certo forse questo non è un racconto veritiero di ciò che è successo negli Stati Uniti dal 2002 al 2007, ma non c’è nulla di logicamente sbagliato nella storia.
1 commenti:
Io sinceramente mi sento un po' stupito con 'sti professoroni: capisco la teoria austriaca, la so spiegare a terzi... Ma le loro obiezioni non le capisco proprio!
Posta un commento