Fino a qualche anno fa, se escludiamo qualche accademico dimenticato che negli Stati Uniti seguiva gli insegnamenti economici di Mises e Rothbard, nessuno avrebbe mai neanche osato indicare la politica monetaria della Federal Reserve come causa dei cicli economici o anche solo mettere in dubbio la bontà delle decisioni di Alan Greenspan.
In realtà a livello politico negli Stati Uniti qualcuno c’era. Era un deputato repubblicano del Texas e da anni sfidava il Maestro durante le sue apparizionial Congresso, nel 2003 aveva previsto con straordinaria chiarezza ciò che sarebbe successo al mercato immobiliare negli anni seguenti e portato in primo piano il problema monetario durante la campagna presidenziale del 2008.
In Italia non si è praticamente mai parlato di Ron Paul, almeno fino alla scorsa settimana, in cui il Sole24ore lo ha brevemente nominato in un articolo di Alessandro Merli e sul sito Libertiamo.it Mario Seminerio gli ha dedicato un articolo.
Finalmente Ron Paul ha lo spazio che si merita? Ovviamente no, il problema è un altro.
In questi giorni il Financial Committee del Congresso ha approvato il disegno di legge Hr.1207, presentato proprio da Ron Paul, il cui obiettivo è rendere più trasparenti le azioni di politica monetaria della Fed.
Subito i giornali finanziari si sono affrettati a commentare la notizia, levando gli scudi in difesa della banca centrale americana e prospettando scenari apocalittici che si verificherebbero se il disegno di legge venisse approvato. I giornali di casa nostra si sono subito adeguati.
Non che ci fossero dubbi riguardo l’articolo del Sole24ore, che liquida il tutto in poche righe
«Dell'ostilità della politica sono conferma i progetti dell'influente senatore democratico Chris Dodd per ridimensionare i poteri della Fed, nonostante il parere opposto dell'amministrazione, e l'attacco frontale del populista republicano Ron Paul in Congresso, che vorrebbe addirittura tenere sotto controllo le decisioni sui tassi»
In periodo di due righe Merli riesce a scrivere due falsità.
Innanzitutto definisce Ron Paul come “populista”, non si sa su quale base ma sono evidenti le intenzioni denigratorie, e poi afferma che lo scopo del deputato del Texas sarebbe “mettere sotto controllo le decisioni sui tassi”.
Chiunque conosca bene Ron Paul sa che non c’è nulla di vero in ciò che Merli ha scritto ma in quanti, in Italia, ne hanno mai sentito parlare?
Sicuramente lo conoscono quelli di Libertiamo.it e soprattutto Mario Seminerio, che è stato editorialista di Libero Mercato ed ha collaborato con l’Istituto Bruno Leoni.
Arriva la cavalleria in difesa del principale difensore del libero mercato, quello vero, negli Stati Uniti? No.
Seminerio, infatti, riporta il pensiero di Alan Blinder, economista che ha lavorato alla Federal Reserve, il quale sottolinea i pericoli insiti nel disegno di legge 1207.
«L’emendamento sembra innocuo, dice Blinder: in definitiva, perché
Il primo punto sollevato da Blinder è questo:
«Con ogni probabilità, il prossimo anno
Vediamo di affrontare i due punti in ordine.
Il testo del disegno di legge 1207 lo trovate a questo link.
Il punto chiave è il primo:
(a) In General- Subsection (b) of section 714 of title 31, United States Code, is amended by striking all after ‘shall audit an agency’ and inserting a period.
Se andiamo a vedere il titolo il codice in esame, il paragrafo è il seguente:
(b) Under regulations of the Comptroller General, the Comptroller General shall audit an agency, but may carry out an onsite examination of an open insured bank or bank holding company only if the appropriate agency has consented in writing. Audits of the Federal Reserve Board and Federal reserve banks may not include—
(1) transactions for or with a foreign central bank, government of a foreign country, or nonprivate international financing organization;
(2) deliberations, decisions, or actions on monetary policy matters, including discount window operations, reserves of member banks, securities credit, interest on deposits, and open market operations;
(3) transactions made under the direction of the Federal Open Market Committee; or
(4) a part of a discussion or communication among or between members of the Board of Governors and officers and employees of the Federal Reserve System related to clauses (1)–(3) of this subsection.
Dopo la trasformazione diventerebbe così:
(b) Under regulations of the Comptroller General, the Comptroller General shall audit an agency.
Sono quindi eliminate tutte quelle eccezioni che impediscono al Comptroller General di venire in possesso di tutte le informazioni veramente rilevanti. Ha diritto il contribuente americano di sapere dove sono finiti tutti i dollari nuovi di zecca che sono stati creati per salvare il sistema bancario? Conoscere quali banche hanno preso i soldi dalla Federal Reserve, quanto hanno preso, quali accordi sono stati presi con le altre banche centrali, quanto oro è presente nei forzieri, etc.
Ora come ora si possono conoscere tutte queste cose? Guardare per credere.
Ricordate ciò che diceva Blinder?
«i libri contabili della Fed sono già sottoposti a verifica da parte del GAO, che entra anche nella valutazione di importanti aspetti di operatività della Fed, come l’operazione AIG ed i salvataggi bancari, per fare un esempio di stretta attualità »
Certo, certo, come no!
Veniamo alla seconda questione.
Hr. 1207 permetterà al Congresso di controllare i tassi di interesse?
La questione sollevata da Blinder
«Saremmo contenti di una revisione della politica monetaria della Fed per opera del GAO, che membri del Congresso userebbero per intimidire, fors’anche minacciare, membri dell’organismo della Fed che fissa i tassi d’interesse? »
è puramente retorica. Nel disegno di legge non vi è infatti nessun riferimento alle decisioni di politica monetaria, che rimangono di competenza del board of directors della Fed!
E' semplicemente uno spauracchio agitato di fronte al lettore per dirgli: "lascia fare a noi oppure ci costringeranno ad inflazionare e non potremo difendere il potere d'acquisto dei tuoi soldi"
Ovviamente è pura propaganda. Infatti il disegno di legge non intacca minimamente l’indipendenza della Federal Reserve ma ne mina piuttosto la segretezza.
Ciò che Blinder vorrebbe è che i tecnocrati della Fed potessero effettuare i loro esperimenti monetari al riparo da occhi indiscreti. Si domanda il tecnocrate: come può sapere l’uomo comune qual è il livello dei tassi di interesse che massimizza la crescita economica e l’occupazione?
La risposta è che non solo l’uomo comune non può conoscere questo “livello ottimale” ma nemmeno il tecnocrate alla Fed!
Il tasso di interesse, infatti, dovrebbe essere un prezzo di mercato come tutti gli altri o altrimenti l’economia è destinata a soffrire cicli di espansione e depressione così come descritto da Mises ed Hayek.
Perché, piuttosto, quasi tutti i cosiddetti “difensori del libero mercato” sono a favore di privatizzazioni e liberalizzazioni in tutti i campi tranne che per la moneta ed il mercato del credito?
10 commenti:
ciao, ho commentato l'articolo su Libertiamo.it e (per ora) sono abbastanza contrario alla proposta di Ron Paul:
1) E' vero che nel disegno di legge l'indipendenza della FED non è toccata (solo la segretezza): ma non c'è il rischio di far entrare un cavallo di Troia, rendendo così (non necessariamente a breve termine) la FED e la politica più stretti ed inclini a fare accordi (come è stato in Italia)?
>Perché, piuttosto, quasi tutti i cosiddetti “difensori del libero mercato” sono a favore di privatizzazioni e liberalizzazioni in tutti i campi tranne che per la moneta ed il mercato del credito?
Anche Rothbard era contrario ad un'eccessiva liberalizzazione della moneta (al contrario di von Hayek), preferendo ancorarlo al gold standard.
Saluti
Alepuzio
1)La Fed e la politica sono inclini a fare accordi ora. E' assurdo sostenere che se passa il disegno di legge presentato da Ron Paul allora si rischia etc. etc.
Pensa a tutto quello che ha combinato Goldman Sachs (cerca Hank Paulson, Blankfein e soci su google) proprio sfruttando sia la Fed che la politica per scaricare sul contribuente tutte le perdite di Goldman Sachs, ripulire i bilanci, e tornare subito a far soldi.
Anche Rothbard era contrario ad un'eccessiva liberalizzazione della moneta (al contrario di von Hayek), preferendo ancorarlo al gold standard.
Attenzione. Quello che volevo dire, e forse mi sono espresso male è che i "presunti difensori del libero mercato" di casa nostra sono tutti accaniti difensori di un sistema monetario e creditizio altamente pianificato.
Abbiamo lo Stato che per legge assegna valore legale ad una moneta che lascia in gestione monopolista alla banca centrale. Quest'ultima poi ha pieno potere di gestione centralizzata della moneta e del mercato del credito. Se non è pianificazione centrale questa non so cosa lo sia!
Eppure questi "difensori del libero mercato" chiedono liberalizzazioni e privatizzazioni ovunque ma guai a chi tocca la fiat money e la banca centrale. Non è un controsenso?
Sul come liberalizzare poi si può discutere. A me basterebbe già vedere praticata la proposta di Ron Paul che era di lasciar circolare liberamente monete d'oro e d'argento in competizione con il dollaro e poi vedere cosa succede.
Ciao. Se ne parlava anche da noi (http://residenclave.wordpress.com/2009/11/23/paulsocialista/). Anche io avevo qualche perplessità, figlia del fatto che non mi fossi sbattuto nell'andare a leggere quel che effettivamente le due proposte di Ron Paul andranno a modificare dell'attuale normativa che "regolamenta" la FED. Ti ringrazio per la spiegazione.
Oggi c'era un editoriale sul Sole un po' più morbido. Zingales naturalmente è della serie "l'indipendenza nella gestione della politica monetaria da parte della FED non si dovrebbe toccare" (e forse non ha capito che in effetti tale potere resterà in capo al chaiman della banca centrale americana), ma se non altro capisce che oramai la FED, essendo divetata un organo che fa a tutti gli effetti "politica economica" redistribuendo e dirottando i soldi dei taxpayers statunitensi non può essere lasciata libera di agire lontana dal controllo del congresso.
Comunque ci fosse uno stronzo che avesse scritto qual è il vero obiettivo di Ron Paul. L'irrealizzabile ritorno al gold standard. Per caso hai letto End the FED?
Ashoka,
mi sono espresso male: so che ORA FED e governo sono legati (penso che Greenspan abbia avuto la sua propensione ad iniettare moneta a gogo anche per non urtare la sensisbilità del potente di turno). Il mio dubbio è: non è che peggiora perchè io FED devo rendere conto a te politico, tu politico campi anche con la mia politica monetaria e quindi "perdonimao reciprocamente le nostre sciocchezze" (Voltaire) e se va male qualcosa ci difendiamo con "non potevamo sbalgiare tutti", "non potevamo sapere", "l'economia non è una scienza esatta", bla bla...
Per la moneta ora ho capito cosa intendevi e concordo.
Ciao
Un bel blog nuovo di scuola austriaca da segnalare:
http://nsdottorx.blogspot.com/
Il Folletto
Certo che apprezzo il tentetivo di chiunque, Ron Paul incluso, di essere informato su cosa diavolo combina la FED. Ma nessuno apprezza il motivo per cui JFK ci ha rimesso le penne, cioè restituire agli USA il potere di battere moneta invece di farlo fare a Rockefeller&C con la loro privatissima FED?
Posto uno degli articoli di cui si parla sopra:
[inizio articolo]
Giovedì il Financial Services Committee della Camera dei Rappresentati statunitense ha approvato per 43 voti contro 26 il cosiddetto emendamento Paul-Grayson “Audit the Fed“, inserito nella cornice del bill “Financial Stability Improvement Act of 2009“, in discussione alla Camera. L’emendamento è stato presentato dal Repubblicano del Texas Ron Paul e dal Democratico della Florida Alan Grayson, e prevede l’assoggettamento sostanziale (pur vietandolo formalmente) delle decisioni della banca centrale statunitense in materia di politica monetaria e di rapporti con le istituzioni finanziarie internazionali al General Accountability Office (GAO), simile alla nostra Corte dei conti, ma che agisce su mandato e richiesta del Congresso.
L’idea di Ron Paul, che nasce come tentativo di aumentare accountability e trasparenza dei principali attori sulla scena finanziaria, in realtà nulla ha a che vedere con esse, come evidenzia anche l’ex governatore della Fed Alan Blinder in un commento sul Wall Street Journal. L’emendamento sembra innocuo, dice Blinder: in definitiva, perché la Fed dovrebbe essere immune da revisione esterna della propria attività? Giusto, ma il punto è che la Fed non è priva di tali controlli e verifiche. Per dirla con Blinder, il presidente della Fed “non viaggia in jet privato né pasteggia a caviale”, oltre a doversi sottoporre ad audizioni parlamentari periodiche; i libri contabili della Fed sono già sottoposti a verifica da parte del GAO, che entra anche nella valutazione di importanti aspetti di operatività della Fed, come l’operazione AIG ed i salvataggi bancari, per fare un esempio di stretta attualità.
Il problema dell’emendamento Paul-Grayson risiede nel fatto che, in base ad esso, sarebbe direttamente la politica monetaria ad essere messa in discussione per opera del Congresso. L’esempio di Blinder è molto efficace, oltre che inquietante:
Con ogni probabilità, il prossimo anno la Fed inizierà il processo di uscita dall’attuale politica monetaria iper-espansionistica. E’ del tutto prevedibile che quando ciò accadrà qualcuno al Congresso non ne sarà contento, o forse ne sarà furioso. Saremmo contenti di una revisione della politica monetaria della Fed per opera del GAO, che membri del Congresso userebbero per intimidire, fors’anche minacciare, membri dell’organismo della Fed che fissa i tassi d’interesse? Ci piacerebbe vedere membri del FOMC chiamati a deporre davanti al Congresso per spiegare perché “stanno uccidendo posti di lavoro”?
L’iniziativa di Paul sortirebbe l’effetto opposto a quello dichiarato: una devastante politicizzazione della politica monetaria americana, la definitiva perdita di indipendenza da parte della Fed (già minata dalla natura duale del suo mandato, checché ne pensino alcuni nostrani detrattori a oltranza della Bce) ed il progressivo scivolamento della public policy americana verso connotazioni “sudamericane”. Sappiamo che Paul non è uno sprovveduto, ed il suo obiettivo programmatico è ben riassunto dal titolo del suo recente libro, “End The Fed“, e non riusciamo a credere che non abbia valutato le unintended consequencies di tale azione.
Se l’obiettivo di abbattere una istituzione largamente imperfetta come la Fed, che Paul giudica poi pure “corrotta ed incostituzionale”, passa per una fase di caos e di ulteriore svilimento della moneta in una sorta di logica del “tanto peggio, tanto meglio”, il libertario texano potrebbe scoprire che la fase di transizione andrebbe ben oltre la sopravvivenza degli Stati Uniti come entità libera ed occidentale. Non vorremmo dover scoprire, tra qualche tempo, che il libertario Ron Paul è diventato l’idolo dei politici criptosocialisti italiani, quelli che odiano le “irresponsabili” tecnocrazie e vogliono tutto il potere nelle mani degli “unti dal popolo”.
[fine articolo]
In effetti quando l'ho letto mi sono chiesto dove stava la magagna e cosa ne pensasse ahoka :-)
Senti Ashoka, ma tu che ne pensi di craxi come uomo politico e della riabilitazione a cui stiamo assistendo in questi giorni?
Mingozzi
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