«La
tesi secondo cui la crisi economica può essere favorita da una forte
sperequazione dei redditi è stata in effetti sostenuta nel tempo da svariati
economisti. Nel campo dei teorici “critici” ricordo Paolo Sylos Labini, che
forniva un’interpretazione della grande crisi degli anni Trenta che attribuiva
notevole rilievo al problema della divaricazione dei redditi. Ma ve ne sono
anche nell’ambito del mainstream: ad esempio, il premio Nobel Joseph Stiglitz
ha recentemente aderito a questa tesi. In genere questa chiave di lettura si
basa sul fatto che la propensione al consumo dei salari è maggiore rispetto
alla propensione al consumo di profitti e rendite. Ossia, se diamo 100 Euro a un operaio, questi evidentemente spenderà una quota
significativa di quella somma e tenderà a risparmiarne una quota molto piccola;
se invece trasferiamo questi 100 euro a un titolare di capitali o di rendite
finanziarie o immobiliari, questi molto probabilmente non si accorgerà nemmeno
di averli e tenderà a risparmiarli. Si tratta di un’evidenza ben
documentata dai dati empirici. Da questa constatazione si giunge quindi
all‘idea che quanto più si sposta il
reddito dai lavoratori ai proprietari del capitale tanto più la spesa
complessiva, cioè la domanda di merci, tende a deprimersi»
«Siamo
insomma di fronte alla drammatica realtà di un sistema economico mondiale
senza una fonte primaria di domanda, senza una “spugna” in grado di
assorbire la produzione. »
La
logica Soluzione
Michele
Pisacane - Deputato PiD
«Lo
stipendio è troppo basso, è poco. Io guadagno 4412 euro, è scritto nella busta
paga di novembre. Per ascoltare gli elettori si hanno delle spese, bisogna
avere segreterie politiche, segretari, accendere la luce, usare il telefono. Se
tornassi a fare il mio mestiere di medico guadagnerei di più. Certo, con le
indennità si arriva a circa 12mila euro al mese ma con uno stipendio così, se
devi sottrarre i soldi che dai ai tuoi figli, i contributi per la mia
professione e le spese per la politica, alla fine ne rimangono solo la metà,
seimila euro. Mi sento penalizzato. Prendo poco, io lavoro veramente [..] Sì,
io e mia moglie (consigliere regionale in Campania, ndr) insieme prendiamo circa 30 mila euro di stipendio netti al
mese - dice ancora Pisacane - ma non vedo qual è il problema»
Mario Pepe
– Deputato ex PdL ex Popolo e Territorio
«Ho
fatto 3 legislature, tra 10 giorni maturo il diritto a prendere il vitalizio
parlamentare, credo 3 mila, 3 mila e qualche cosa al mese... io so di
parlamentari che con il vitalizio riescono sì e no a sopravvivere. Senza il
vitalizio io sarei in difficoltà, perché ero medico, ma da 12 anni faccio solo
il parlamentare, senza vitalizio prenderei una pensione di 1.200 euro al mese.
[..] Il parlamentare deve avere la serenità economica, deve sentirsi garantito. Ma lo
sa io quanti testimoni di
nozze ho fatto quest'anno, ma lo sa quanti regali ho fatto?
Ho fatto il testimone di
nozze a 21 matrimoni! Come che c'entra? Io sono un deputato
all'antica, di quelli che prendevano le preferenze, devo ascoltare i bisogni,
le esigenze della gente, ci sono delle spese.. »
Raffaele Lombardo
– Presidente della regione Sicilia
«Se
dobbiamo rapportare il mio stipendio al lavoro che faccio, minimo
dovrebbero triplicarlo. Siccome quello che faccio non lo faccio per
denaro, non so quanto guadagno e quanto mi rimane in tasca [..]Non faccio
una vita di lussi non bevo, non fumo, non prendo caffé e non ho
distrazioni. Ho solo le tasche bucate»
Gabriella
Carlucci – Deputata Udc, Ex Pdl
«No,
lo stipendio troppo alto no! Io ho una segreteria a Roma che pago io, due
segreterie in Puglia che pago io… Sa cosa vuol dire mantenere una segreteria?
Affitto, telefono, luce… [..]Allora
adesso io ti mando l’elenco delle mie spese. Perché io ho il rimborso aereo, ma
quando vado a Trani o a Bari dormo e mangio in albergo. Ti faccio l’elenco
delle mie spese e poi vediamo se il mio stipendio è alto. Il mio stipendio è il
minimo! Perché tutte le spese che ho le sostengo con i miei soldi. Spese che
giustamente servono a mantenere il rapporto con l’elettorato. »
Avevamo la “spugna” in
casa e non ce ne siamo manco accorti, anzi, l’abbiamo chiamata con disprezzo “la
Casta”. Li critichiamo, diciamo che guadagnano troppo ma sono proprio loro, i
politici, che grazie alla loro propensione
al consumo altissima, possono risollevarci dalla crisi! Più soldi alla
Casta! Non agli operai che anzi evitano di spendere perchè hanno debiti da
pagare (link,
pagina 12 e 13).
Come dire, certi
miti sono duri a morire...
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