Corporatism: a love story

Il 29 Settembre scorso Michael Moore ha incontrato i giovani studenti della George Washington University per promuovere il suo nuovo film: "Capitalism, a love story". Sentite cosa risponde alla domanda di uno studente che gli chiede se si possa parlare davvero, per gli Stati Uniti, di libero mercato e se la condizione di potere delle corporazioni sia da attribuire al "mercato" oppure al fatto che queste ultime si possono avvalere del potere statale per favorire i propri interessi.

Ecco cosa risponde Moore



«Non abbiamo davvero un mercato libero e non abbiamo libere imprese anche se diciamo di averli. A questa gente, i ricchi e le corporazioni non piace la concorrenza. Non gradiscono che abbiamo la facoltà di scegliere, amano i monopoli, la loro visione di Nirvana è essere l’unica industria automobilistica o linea aerea ed è bizzarro che questa gente che dice di credere così tanto nel nostro modo di vivere, in realtà creda in un sistema dove noi non dovremmo avere facoltà di scelta e ammira il modo di fare nella vecchia Unione Sovietica »


Insomma lo dice anche Moore: "Questo non è il libero mercato, questo non è Capitalismo".

Allora forse avrebbe dovuto intitolare il film "Corporatism: A love story" ma così non avrebbe potuto far passare il messaggio che c'è nella seconda parte dell'intervista...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

C'è qualcosa che non mi torna...
Il corporativismo non era uguale al fascismo?

Mingozzi

Ashoka ha detto...

Diciamo che il corporativismo è quella forma di gestione dell'economia (connubio stato - grandi imprese) utilizzata dal fascismo. Ma quest'ultimo termine si riferisce qualcosa di più esteso e di chiara connotazione politica.