Ok il prezzo è giusto

L’idea che si possa fissare un prezzo “giusto” per beni e servizi è vecchia come il mondo e, come tutte le fallacie economiche che sono care ai politici, ha sempre provocato disastri. La storia però, invece di essere magistra vitae, tende a ripetersi con sconcertante puntualità e così anche oggi assistiamo alle farneticazioni di ministri che reputano sbagliati i prezzi fissati dal mercato e vorrebbero intervenire con la longa manus del governo per stabilizzarli (il termine price fixing non piace più ed allora si è scelto price stabilizing) su livelli che ritengono ottimali.

G8 Energia/ Scajola: Serve prezzo barile equo per investimenti

Roma, 24 mag. (Apcom) - Un prezzo del barile troppo basso se da un lato può aiutare la crisi economica dall'altro però "scoraggia gli investimenti e quindi non garantisce un futuro di stabilità". Lo ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, nella conferenza stampa al termine della prima sessione di lavori del G8 Energia. Per questo, ha detto Scajola "è necessario un prezzo equo e non volatile per la crescita economica globale e per garantire interventi sugli investimenti". Inoltre ha spiegato il ministro, ai lavori si è convenuto sulla necessità per i governi di fare "un quadro di regole certo su cui le imprese possano lavorare e garantire gli investimenti". L'avvio dei lavori, ha poi spiegato il ministro ha un titolo: "per superare la crisi è necessaria l'alleanza dei governi e delle imprese del mondo dell'energia". Attenzione dunque ha evidenziato Scajola, perchè la "diminuzione degli investimenti incide su quelle forme di energia e su quelle fonti in cui invece devono essere maggiori", come il nucleare e le fonti rinnovabili.

Vediamo di esaminare gli errori contenuti in questa breve intervista al ministro Scajola.

Il prezzo del greggio è troppo basso e quindi scoraggia gli investimenti

L’idea alla base di questo ragionamento è semplice. Ora la domanda di petrolio è bassa a causa della crisi ed il prezzo “troppo basso” che si è determinato sul mercato fa sì che investire in alcuni campi (energia nucleare, fonti rinnovabili o anche nuove trivellazioni) non sia profittevole. Nel prossimo futuro però , sostiene Scajola, la domanda di energia tornerà a salire e potremmo rimpiangere il fatto che questi investimenti sul nucleare e sulle fonti rinnovabili non sono stati fatti.

In sostanza il ministro chiede di fissare ora un prezzo del petrolio più alto di quello di mercato in modo da far tornare profittevoli altre fonti di energia (es. nucleare), vengano avviati investimenti in tal senso (es. si costruiscano centrali nucleari) e nel prossimo futuro questa produzione maggiore aiuti a diminuire il prezzo dell’energia.

Il ragionamento è equivalente a quello che viene fatto per mantenere alto il prezzo dei beni agricoli e che è stato analizzato criticamente da Henry Hazlitt più di 50 anni fa.

"Dichiarano di non volere alzare il prezzo del bene X permanentemente al di sopra del suo livello naturale. Questo, concedono, non sarebbe giusto per i consumatori. Ma oggi è ovvio che il prezzo sia molto al di sotto del suo livello naturale. I produttori non riescono a tirare avanti. A meno che non agiamo prontamente, verranno espulsi dal mercato. Allora ci sarà vera scarsità ed i consumatori dovranno pagare prezzi esorbitanti per quel bene. Lo sconto che ottengono ora costerà caro alla fine. Perché il “temporaneo” prezzo basso non può durare. Ma non ci possiamo permettere di aspettare che le cosiddette leggi naturali del mercato agiscano, o che la “cieca” legge della domanda e dell’offerta corregga la situazione. Perché per quel tempo i produttori saranno in rovina e ci sarà una grande scarsità. Il governo deve agire. Quello che vogliamo realmente fare è correggere queste fluttuazioni di prezzo, violente e senza senso. Non vogliamo alzare il prezzo ma solo stabilizzarlo."

Il sistema dei prezzi di mercato però, come mostrato da Hayek, svolge un ruolo fondamentale.

Nel mercato, infatti, le conoscenze sono locali, mutevoli e disperse tra milioni di individui e nessuno pianificatore centrale sarà mai in grado di raccoglierle. Serve un sistema decentrato e dinamico che raccolga le informazioni disperse e coordini l’azione degli individui, segnalando la disponibilità delle risorse, i desideri dei consumatori e quale sia la direzione profittevole degli investimenti.. Questo è precisamente ciò che avviene nell’ordine di mercato grazie al sistema dei prezzi relativi.

Come fa quindi Scajola ad affermare che il prezzo del petrolio è troppo basso e che gli investimenti verso alcune fonti di energia devono essere maggiori? Ovviamente lo fa basandosi su criteri politici e non economici e non a caso è presente l’accenno all’energia nucleare su cui dovevamo investire obbligatoriamente quando il prezzo del petrolio “era troppo alto

"E' necessario che i paesi consumatori s' incontrino al più presto per trovare un accordo sul prezzo massimo e ragionevole del petrolio che non può essere superato: in alternativa, serve un massiccio programma di costruzione di centrali nucleari"

Fissare il prezzo per garantire un futuro di stabilità

Il secondo problema del mercato del petrolio, secondo Scajola, è che vi sono fluttuazioni di prezzo troppo marcate rispetto a quello che il ministro ritiene il “prezzo giusto”. Occorre quindi fissarlo in modo da garantire un futuro stabile e permettere alle imprese di “lavorare e garantire gli investimenti”.

In realtà il mercato offre già uno strumento non centralizzato per “stabilizzare” i prezzi ed è l’azione incessante di quegli attori economici i quali, anticipando le fluttuazioni di prezzi,, comprano un bene quando esso è abbondante e lo rivendono quando scarseggia, fanno salire il prezzo del bene quando questo è basso e lo fanno scendere quando è alto.

Sono i tanto vituperati speculatori, il cui ruolo è brillantemente descritto da Walter Block in “Difendere gli indifendibili”.

Riguardo infine l’incertezza del futuro, è nuovamente Hayek a spiegare come essa sia parte integrante dell’ordine di mercato. Se infatti non vi fosse incertezza e vi fosse perfetta conoscenza delle informazioni economiche rilevanti (ad es. i prezzi presenti e futuri), allora il mercato e la competizione sarebbero inutili e poco efficienti. La competizione di mercato “è importante solo perché i suoi risultati non sono prevedibili” ed il suo effetto benefico si può manifestare solamente “frustrando certe intenzioni e deludendo certe aspettative”.

L’incertezza è parte integrante della realtà ed è proprio ciò che crea le occasioni di profitto e spinge gli imprenditori ad agire. Pensare di poterla eliminare con il controllo dei prezzi fa solo parte di quell’atteggiamento di arroganza e di presunzione di conoscenza che da sempre contraddistingue i pianificatori.



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