La prima
regola, quando si discute una proposta di politica
economica, è fare una analisi completa ed esaustiva di quelle che saranno le
sue conseguenze: tener conto di tutti i gruppi coinvolti e non solo una parte,
considerare le conseguenze sia di lungo che di breve termine, guardare a ciò
che si vede ma anche a ciò
che non è immediatamente apparente.
C’è poi un piccolo
corollario che può aiutare a riconoscere a prima vista le fregature: è un
acronimo che Robert Heinlein ha usato in un suo romanzo, “La Luna è una severa
maestra”, TANSTAAFL (There ain’t no such thing as a free lunch)
ovvero non esistono i pasti gratis.
Se qualcuno promette
pasti gratis, quindi, sappiate che qualcun altro sarà costretto, magari inconsapevolmente,
a pagare il conto. Molto probabilmente quel
“qualcun altro” siamo noi.
I
Bot, la BCE ed il pasto “gratis”
Fino a qualche mese fa la
ricetta prediletta per risolvere la crisi dei debiti
sovrani era quella della monetizzazione da parte della BCE dei vari debiti
pubblici.
«Una
perniciosa fantasia diventa ogni giorno più popolare: la Banca centrale
europea ha in mano la chiave che apre la porta alla soluzione della
crisi del debito sovrano, ma si rifiuta di usarla.
Secondo
tale teoria, tutto ciò che la Bce dovrebbe fare per mettere a segno il silver bullet
ammazzacrisi consiste nella progressiva e continua monetizzazione del
debito sovrano in essere, cominciando da quello di Grecia e Italia.
Così facendo la Bce stabilizzerebbe i mercati e ridurrebbe i tassi d’interesse
che i governi devono pagare.
In
secondo luogo questo permetterebbe alle banche che tale debito detengono di ricapitalizzarsi
automaticamente grazie alla rivalutazione del portafoglio che tale variazione
di prezzo indurrebbe.
In
terzo luogo, si argomenta, la riduzione delle tensioni sul proprio debito
permetterebbe ai paesi in maggiore difficoltà d’impegnarsi in misure di
stimolo alla crescita che, su questo almeno siamo tutti concordi, è
l’unica vera soluzione di lungo periodo alla crisi del debito pubblico».
Pasto gratis, ovvero
fregatura. Ed infatti Michele Boldrin, nel resto dell’articolo, spiegava
il perché.
Questa ricetta è però
vecchia di qualche mese e si scontra con i trattati che proibiscono formalmente
alla Bce di acquistare direttamente titoli di debito pubblico (alle aste, tanto
per capirci) e quindi finanziare gli Stati. Che fare, dunque?
Niente paura! Quando
hai quel drago di Mario come presidente della BCE, nulla è impossibile. Basta un
piccolo gioco di prestigio e un po’ di fantasia.
Il
triangolo no, non l’avevo considerato
Ma andiamo con ordine.
Nella manovra “Salva Italia” del Governo Monti, c’era una piccola norma che non
è stata molto pubblicizzata:
«il
Governo Monti (come in altri Paesi) è intervenuto. Ha dato alle banche la
possibilità di emettere nuove obbligazioni, su cui lo Stato mette una garanzia senza aumentare il debito pubblico, per un
importo massimo pari al patrimonio di vigilanza di ogni istituto. Dato che,
secondo Bankitalia, il patrimonio totale delle banche italiane è pari a 228
miliardi di euro, a tanto potrebbero arrivare le nuove emissioni: gli istituti possono quindi creare
«artificialmente» nuovi titoli, fino a tale importo, con il solo scopo di darli
in garanzia alla Bce. Proprio oggi l'istituto di Francoforte, oltre alle
tradizionali operazioni a tre mesi, organizzerà il primo finanziamento
illimitato della durata di tre anni: per le banche c'è dunque l'imperdibile
occasione di ottenere prestiti al tasso dell'1% di durata triennale.»
«Domanda
record per la prima asta a 36 mesi della Banca centrale europea. Francoforte ha
assegnato ieri a 523 banche europee liquidità
a tre anni per 489 miliardi al tasso dell'1%. Sia l'importo, molto
superiore alla media delle aspettative di mercato, sia la durata del prestito
sono senza precedenti e hanno l'obiettivo di allentare le tensioni sul sistema
finanziario e allentare una stretta creditizia che potrebbe aggravare la
recessione già in atto. Le banche
italiane hanno partecipato in massa all'operazione prelevando dallo sportello
Bce 116 miliardi, il 23% del totale».
«Si
apre uno spiraglio per i titoli di Stato italiani. L'asta di ieri, che ha
assegnato 9 miliardi di titoli a tre e sei mesi, è stata caratterizzata da una
forte domanda e da rendimenti dimezzati
al 3,25 per cento».
Ricapitolando: le
banche vengono autorizzate ad emettere obbligazioni, di cui lo Stato di fa
garante, e le danno alla BCE come collaterale per ricevere prestiti, a medio
termine, a tasso agevolato. Depositano poi gran
parte di questi soldi presso la stessa BCE mentre ne
utilizzano una parte per comprare titolo di debito pubblico ma con scadenze
inferiori a tre anni.
Insomma, una classica
triangolazione, con cui la BCE riesce ad aggirare i trattati, le banche si
ricapitalizzano e gli Stati riescono a piazzare a buon mercato parte dei loro
titolo di debito.
Resta
di stucco è un barbatrucco!
A questo punto non
potevano non intervenire gli apprendisti
stregoni e rilanciare la loro ricetta miracolosa in questa
nuova salsa.
«Si conferma quindi che la mega iniezione di liquidità della Bce sta
venendo utilizzata dalle tesorerie bancarie anche per sottoscrivere debito
sovrano a brevissimo termine.
Come già segnalato, questo debito implica minore rischio di minusvalenze, vista
la duration molto ridotta, e rischio di credito pressoché nullo, oltre ad uno
stigma pressoché nullo, a differenza dell’investimento in titoli di stato a
medio e lungo termine. Niente incagli, titoli che svaniscono come neve al sole
dopo pochi mesi, senza bisogno di liquidazioni forzate su mercati che non
assorbono.
A questo punto, la domanda sorge spontanea: non si potrebbe rifinanziare
in Bot tutto o quasi tutto il debito sovrano in scadenza, visto che il suo
costo è così contenuto?»
Lo stesso Phastidio
ammette che in un “universo normale” questa proposta sarebbe accolta da una
risata, ma oggi non viviamo tempi normali...
«E
cosa accadrebbe, invece, in un universo in cui la Banca centrale europea si
inventasse delle aste di liquidità a tasso quasi nullo e per durata
pluriennale, e magari promettesse di proseguire su questa strada a tempo
indeterminato? Accadrebbe che i debitori
sovrani potrebbero emettere moltissimo debito a tassi prossimi allo zero, ed il
mercato chiuderebbe (forse) entrambi gli occhi sul gigantesco rollover risk
così costruito. In attesa che, in un modo o nell’altro, la situazione si
normalizzi e “passi la nottata” di una recessione destinata a picchiare molto
duro, e a risolversi con molti anni di vacche magre».
Ed ecco servito il
“pasto gratis”
«Fantafinanza?
Forse, ma viviamo in un’epoca in cui la creatività dei banchieri centrali è
risorsa più preziosa che mai. La Bce eviterebbe di violare i trattati,
finanziando i sovrani e questi ultimi, attraverso il canale bancario,
riuscirebbero a restare solvibili, riducendo l’onere del nuovo debito. Se
sembra troppo bello (e maledettamente azzardato) per essere vero, è perché è
proprio così. Ma al punto in cui siamo, fantasticare di porre fine a questo
incubo infinito non dovrebbe essere vietato».
The
Big Bank theory
In pratica non solo si
chiede alla BCE nuovamente di monetizzare
il debito, anche se per vie traverse, con tutte le conseguenze
di cui abbiamo
già parlato, ma di farlo pagando una adeguata “stecca” al sistema bancario.
Facciamo due conti
della serva per quanto riguarda l’Italia.
Nel 2012 l’Italia dovrà
emettere/rinnovare circa 440 miliardi di euro di debito pubblico. Ipotizziamo che,
come da proposta, diventino tutti BOT a 12 mesi, che le scadenze siano distribuite
in modo uniforme durante l’anno e che il tasso di interesse pagato sia quello
dell’ultima emissione, ovvero il 3,5%.
Se le banche usano
denaro preso in prestito (all’1%) dalla BCE per acquistare questi titoli,
allora incassano automaticamente un utile pari alla differenza tra i due tassi
di interesse (2,5%) su ogni euro prestato. Su di un totale di 440 miliardi (ma
dobbiamo considerare “in media” solo sei mesi di interessi) questo si traduce,
solo per l’Italia, in 5,5 miliardi di euro di utili, senza alcun rischio, per
il 2012, destinati ad aumentare negli anni successivi, quando a questi titoli
si aggiungerebbero quelli pluriennali in scadenza.
Tanto per fare dei
paragoni, Monte
dei Paschi di Siena, nei primi 9 mesi dell’anno ha conseguito un utile
netto, di 303 milioni di euro, in crescita rispetto al 2010.
Chi
paga il conto?
Come ho già detto, non
esistono pasti gratis. Qui abbiamo di fronte un ricco banchetto a cui
partecipano tanti convitati, tutti ottime forchette.
La BCE crea denaro dal
nulla, le banche si intascano una bella stecca e gli Stati possono rifinanziare
il loro debito a tassi di favore. Tutti gli attori considerati nell’analisi
hanno un vantaggio ma quindi, chi paga?
Un grande giocatore di
poker del passato, Amarillo Slim,
diceva che se al tavolo da poker, dopo mezzora, non siamo ancora riusciti ad
inviduare il pollo, allora è meglio che ci alziamo perchè il pollo siamo noi. Quando
si parla di finanza pubblica, invece, non c’è nemmeno bisogno di guardare in
giro per sapare chi verrà spennato.
2 commenti:
quale sarebbe il prezzo da pagare? L'inflazione?
più che di "inflazione" che sottintende un aumento dei prezzi, direi "trasferimento di ricchezza coatto" e, come spiegava Boldrin nell'altro pezzo che ho linkato, moral hazard selvaggio. Infatti il trasferimento di ricchezza serve a coprire i buchi, e quindi a salvare, quegli amministratori pubblici che hanno sperperato miliardi di euro per piazzare amici e parenti in posti pubblici, per fare favori ai loro "amici", etc. e i banchieri che li hanno appoggiati comperando i titoli di debito (con i soldi dei correntisti, non dimentichiamolo).
Insomma chi si è comportato in maniera più scorretta, rischiosa ed azzardata verrebbe salvato ed incoraggiato a comportarsi ancora più spregiudicatamente.
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